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4 ott 2010

L'hi-tech in camera da letto fa male alla coppia e al sesso


Gli esperti concordano: chi si porta il computer o lo smartphone tra le lenzuola fa meno l'amore. Succede a due americani su tre, l'intrusione hi-tech nell'intimità ha effetti negativi anche sul sonno


DESKTOP, laptop, telefoni intelligenti, Xbox, gameboy. La nostra camera da letto sembra la sala di controllo della Nasa. Ormai è la stanza più hi-tech della casa: non tanto e non solo per la tv al plasma con 900 canali ma per tutti gli altri gadget planati sopra le lenzuola, il blackberry, l'iPhone, il palmare multifunzione, la console coi videogiochi, il pc acceso fino a notte fonda per controllare la posta. E questa invasione danneggia non solo il sonno ma soprattutto la sessualità, è un'arma letale che uccide l'eros e moltiplica ansie e nevrosi. Vivere senza staccare mai, senza mai disconnettersi, neppure in camera da letto, dove trascorriamo - sempre più insonni, casti, agitati - quasi un terzo della nostra esistenza.

Specialisti di medicina del sonno, psicoterapeuti, sessuologi sono tutti concordi: staccate la spina, spegnete pc e cellulari, chiudete fuori della porta ogni strumento di tecnologia avanzata che sia foriero di stress. Basta con Facebook, con Twitter, con le chat, con le mail, con le news. Non c'è niente di meno afrodisiaco. Il 67 per cento dei cittadini statunitensi di sesso maschile si porta a letto il proprio cellulare e il 64 per cento delle donne fa altrettanto. Nel numero dello scorso gennaio della rivista scientifica "Fertility and Sterility" un gruppo di ricercatori della Cleveland Clinic ha dimostrato che l'uso massiccio del telefonino mina la qualità dello sperma: in pratica intontisce gli spermatozoi, che risultano meno numerosi, meno potenti, meno veloci. Stando a un'indagine commissionata dalla Bayer e pubblicata sul Daily Telegraph, 28 donne britanniche su cento accusano Internet, e in particolare i pc portatili usati dai partner per navigare in rete, di avere distrutto la loro vita sessuale.

E in Italia? Proprio nel nostro Paese qualche tempo fa fu realizzato un sondaggio in cui si dimostrava che guardare la televisione a letto - abitudine regolare, circa un'ora a sera, per ben sei milioni di coppie italiane - dimezza la frequenza dei rapporti sessuali. Chi non ha, o non guarda, la tv in camera fa l'amore con il proprio partner in media due volte a settimana, gli altri al massimo una.

Commenta oggi Serenella Salomoni, la sessuologa presidente dell'associazione "Donne e qualità della vita" che ha condotto quel sondaggio su un campione di 523 coppie: "La situazione è drasticamente peggiorata. Se la tv in camera da letto è nemica dell'eros, le nuove tecnologie fanno danni ancora peggiori. Con il pc e lo smartphone accesi ad oltranza, la frequenza dei rapporti sessuali è in picchiata, direi è del 70 per cento in meno. È come se il talamo si affollasse di intrusi, di terzi incomodi, e non fossimo più abituati a stare a tu per tu nella coppia, ad avere un rapporto diretto, senza intromissioni estranee. Tutto questo fa aumentare nell'altro - nel partner che si sente trascurato e anche invaso - rancore e aggressività, creando un malessere che alla lunga compromette il rapporto". Niente sesso, siamo hi-tech.

Come correre ai ripari? "Senza mezze misure - suggerisce Salomoni - Da psicoterapeuta e da esperta di terapia della coppia ai miei pazienti do un ordine drastico: staccate tutte le spine, date un taglio netto e vediamo cosa succede. Quando chiudiamo la porta della camera da letto tutto il resto del mondo deve restare fuori". Compito non facile, a giudicare dal numero sempre crescente di persone che hanno sviluppato una vera e propria dipendenza nei confronti di pc e cellulari. Per tenere sotto controllo questa sindrome, codificata negli Stati Uniti come Internet Addiction Disorder, nei mesi scorsi è nato in un grande ospedale di Roma, il Policlinico Gemelli, il primo ambulatorio psichiatrico che cura questa patologia. Strutturato come un day hospital, offre la consulenza di specialisti e prevede l'adozione di un protocollo di intervento.

Ma non è solo al sesso che i pc in camera da letto sono nocivi. La vittima numero uno è il sonno. Da uno studio condotto da ricercatori di neuroscienze dell'università di Edimburgo risulta che controllare le e-mail prima di andare a dormire equivale a bersi un caffè doppio, produce la stessa eccitazione. Lo conferma la neurofisiopatologa Maria Grazia Marciani, che dirige il Centro del sonno dell'Università di Torvergata, a Roma: "Se il riposo notturno è insufficiente o qualitativamente scarso, insorgono disturbi della concentrazione, della memoria, del rendimento, delle performance nella vita professionale e sociale. Vanno evitate in serata tutte le attività troppo impegnative intellettualmente. Il problema riguarda soprattutto gli adolescenti. Da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica "Sleep Medicine 2010" risulta che, secondo un dato della National Sleep Foudation americana, il 97 per cento dei ragazzi negli Usa ha in camera da letto l'accesso a Internet. In Italia ci stiamo adeguando. L'unica soluzione è bonificare la camera da letto da ogni electronic device".

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