Ma il ministro va verso le dimissioni
Il responsabile per l'Attuazione del programma:
«Chi vota la mozione di sfiducia è fuori dal Pdl»
Aldo Brancher |
ROTONDI - Nel pomeriggio, era stato Gianfranco Rotondi, ministro dell'Attuazione del programma di governo, ad avvisare i parlamentari di Pdl e Lega: quelli che voteranno contro Brancher, aveva spiegato, «si mettono all'opposizione del governo. Parlo di quelli che all'opposizione ci stanno già e quelli che, con un voto di questa natura, virtualmente ci si metteranno per loro scelta». La maggioranza deve fare quadrato, sostiene Rotondi, perché Brancher è una «persona corretta che viene trattata come l'uomo nero».
VERSO LE DIMISSIONI - Alla fine, però, il voto sulla mozione di sfiducia potrebbe non tenersi affatto, visto che il ministro del Decentramento potrebbe rassegnare le dimissioni. Il passo indietro gli è stato chiesto da una parte del partito e così l'ufficiale di collegamento tra Pdl e Lega lunedì dovrebbe presentarsi prima in udienza a Milano (al processo sulla scalata della Banca Antonveneta) e poi nel pomeriggio potrebbe, secondo quanto si apprende, lasciare il suo nuovo incarico. Brancher si è recato alle ore 19 a villa San Martino ad Arcore, attendendo il rientro di Silvio Berlusconi da Olbia. Un'ora la durata del colloquio. Brancher è arrivato ad Arcore con l'intenzione di dimettersi, motivandola - secondo quanto riferiscono fonti parlamentari del Pdl - con la necessità di rasserenare il clima sia all'interno del partito che nell'esecutivo e ribadendo di non aver mai avuto la volontà di sottrarsi alla giustizia. Dunque il 'caso Brancher' potrebbe risolversi già nelle prossime ore e quindi rendere inutile la mozione di sfiducia di Idv e Pd.
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