Angela Merkel con il candidato presidente Christian Wulff |
Il candidato conservatore passa solo al terzo scrutinio
Alla fine, Christian Wulff ce l'ha fatta ed è stato eletto presidente della Germania. Ma il 51enne candidato della coalizione conservatrice ha vinto solo al terzo scrutinio, cioè con la maggioranza semplice: un esito che non solo dà al Paese un presidente meno «rappresentativo», ma che costituisce un severo monito per il cancelliere Angela Merkel.
Solo due volte prima di oggi nella storia della Bundesrepublik l'elezione del presidente federale è andata avanti fino alla terza votazione nella Bundesversammlung, l'organismo che si riunisce appositamente per scegliere il capo dello stato: quando venne eletto Gustav Heinemann, nel 1969, e nel 1994, quando ad essere scelto fu Roman Herzog. Questa volta, malgrado tutte le avvisaglie della vigilia, il candidato di Angela Merkel, il cristianodemocratico premier della Bassa Sassonia Christian Wulff, appariva sicuro della propria vittoria già al primo turno, potendo i partiti della coalizione contare nell'Assemblea federale su una maggioranza di 644 voti (Cdu/Csu 496, Fdp 148), 21 in più della maggioranza assoluta richiesta ai primi due turni.
Il risultato appariva quasi blindato. Invece c'è voluta la terza votazione quando era sufficiente la maggioranza semplice perchè Christian Wulff fosse eletto presidente. Vero è che il candidato dell'opposizione, ex dissidente della Germania orientale, Joachim Gauck, appoggiato da Spd (333 voti nell'assemblea) e Verdi (129) è popolare in Germania, tanto che alcuni parlamentari della maggioranza avevano segnalato l'intenzione di votare per lui. Vero è anche che i partiti della coalizione di governo in Germania stanno invece vivendo un forte calo di popolarità, un dato che molti analisti hanno messo in relazione con il movimento di opinione a favore di Gauck, politico indipendente, slegato dai partiti, con una storia personale che ne rafforza l'autorità morale: Gauck è stato un dissidente della Germania orientale, incaricato nel 1990 della supervisione sull'archivio della Stasi, la polizia segreta della DDR che lo aveva peraltro tenuto sotto controllo negli anni precedenti la caduta del Muro.
Diversi rappresentanti della maggioranza - 644 in tutto gli esponenti di Cdu/Csu e Fdp che fanno parte dell'Assemblea - hanno dunque scelto di non votare per Wulff, che ha ottenuto 600 voti al primo turno, 615 al secondo, sempre meno dei 623 richiesti. Per Angela Merkel si è trattato di un vero e proprio schiaffo («Una debacle, un colpo», «Un fiasco per il cancelliere ed il suo governo», scrive il Der Spiegel online, «Una lezione» secondo la FAZ), un risultato comunque destinato a pesare nel dibattito sulla popolarità del governo e sulla coesione dei partiti della coalizione. Tanto che dalla Fdp, il cui segretario generale Christian Lindner invitava dopo la seconda votazione a non «iperdrammatizzare» l'elezione per il presidente federale («Tra un anno nessuno più parlerà di questa giornata») lo stesso Lindner ammetteva che pur non essendo la coalizione «instabile» tuttavia «vi sono incertezze».
Sul versante opposto si tratta di un successo: fin dopo la seconda votazione - prima ancora che la Linke (124 voti a disposizione), dopo essersi rifiutata di appoggiare ai primi due turni il candidato dell'opposizione considerato troppo distante dalle sue posizioni ritirasse la sua candidata e lasciasse di fatto i suoi liberi di scegliere tra Wulff e Gauck al terzo voto - Gauck veniva indicato come il «vero vincitore».
Solo due volte prima di oggi nella storia della Bundesrepublik l'elezione del presidente federale è andata avanti fino alla terza votazione nella Bundesversammlung, l'organismo che si riunisce appositamente per scegliere il capo dello stato: quando venne eletto Gustav Heinemann, nel 1969, e nel 1994, quando ad essere scelto fu Roman Herzog. Questa volta, malgrado tutte le avvisaglie della vigilia, il candidato di Angela Merkel, il cristianodemocratico premier della Bassa Sassonia Christian Wulff, appariva sicuro della propria vittoria già al primo turno, potendo i partiti della coalizione contare nell'Assemblea federale su una maggioranza di 644 voti (Cdu/Csu 496, Fdp 148), 21 in più della maggioranza assoluta richiesta ai primi due turni.
Il risultato appariva quasi blindato. Invece c'è voluta la terza votazione quando era sufficiente la maggioranza semplice perchè Christian Wulff fosse eletto presidente. Vero è che il candidato dell'opposizione, ex dissidente della Germania orientale, Joachim Gauck, appoggiato da Spd (333 voti nell'assemblea) e Verdi (129) è popolare in Germania, tanto che alcuni parlamentari della maggioranza avevano segnalato l'intenzione di votare per lui. Vero è anche che i partiti della coalizione di governo in Germania stanno invece vivendo un forte calo di popolarità, un dato che molti analisti hanno messo in relazione con il movimento di opinione a favore di Gauck, politico indipendente, slegato dai partiti, con una storia personale che ne rafforza l'autorità morale: Gauck è stato un dissidente della Germania orientale, incaricato nel 1990 della supervisione sull'archivio della Stasi, la polizia segreta della DDR che lo aveva peraltro tenuto sotto controllo negli anni precedenti la caduta del Muro.
Diversi rappresentanti della maggioranza - 644 in tutto gli esponenti di Cdu/Csu e Fdp che fanno parte dell'Assemblea - hanno dunque scelto di non votare per Wulff, che ha ottenuto 600 voti al primo turno, 615 al secondo, sempre meno dei 623 richiesti. Per Angela Merkel si è trattato di un vero e proprio schiaffo («Una debacle, un colpo», «Un fiasco per il cancelliere ed il suo governo», scrive il Der Spiegel online, «Una lezione» secondo la FAZ), un risultato comunque destinato a pesare nel dibattito sulla popolarità del governo e sulla coesione dei partiti della coalizione. Tanto che dalla Fdp, il cui segretario generale Christian Lindner invitava dopo la seconda votazione a non «iperdrammatizzare» l'elezione per il presidente federale («Tra un anno nessuno più parlerà di questa giornata») lo stesso Lindner ammetteva che pur non essendo la coalizione «instabile» tuttavia «vi sono incertezze».
Sul versante opposto si tratta di un successo: fin dopo la seconda votazione - prima ancora che la Linke (124 voti a disposizione), dopo essersi rifiutata di appoggiare ai primi due turni il candidato dell'opposizione considerato troppo distante dalle sue posizioni ritirasse la sua candidata e lasciasse di fatto i suoi liberi di scegliere tra Wulff e Gauck al terzo voto - Gauck veniva indicato come il «vero vincitore».
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