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7 lug 2010

Come si vive nelle città italiane? Ecco il rapporto 2010

Roma capitale verde, ma il traffico
ne annulla i benefici



Roma città più verde al mondo, ma paralizzata dai problemi del traffico che quasi annullano i benefici di prati e alberi sparsi sul 


territorio. È il bilancio che emerge dalla prima edizione del Rapporto Osservasalute Aree metropolitane 2010, redatto dall'Osservatorio nazionale per la salute nelle Regioni italiane che ha sede presso l'università Cattolica di Roma, coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della facoltà di Medicina e chirurgia. 

«Roma - ha detto oggi Ricciardi presentando il rapporto - è seconda solo a Oslo per quantità di spazio verde a disposizione dei cittadini. Ma la Capitale norvegese ha solo mezzo milione di abitanti, quindi si può affermare che la nostra è la più verde al mondo». I cittadini della provincia metropolitana di Roma sono dunque i più fortunati per quanto riguarda la disponibilità di verde urbano, un indicatore importante per la salute dell'ambiente e della popolazione. Misurata in metri quadri per abitante (rapporto tra la superficie del comune adibita al verde urbano e la popolazione residente), la disponibilità di verde per l'area di Roma è di 131,7 metri quadri per abitante, contro un valore medio nazionale di 93,6, anche se si registra una riduzione dell'8% dal 2003. 

Ma ecco l'altro lato della medaglia: Roma presenta un tasso altissimo di motorizzazione degli autoveicoli, indicativo del numero di automobili e di veicoli circolanti ogni 1.000 abitanti. Il tasso registrato nel 2008 è il più elevato a livello territoriale e pari a 706,7 per 1.000 contro un tasso medio nazionale di 616,7. Nell'area capitolina circola anche un gran numero di motocicli, pari a 143,7 per 1.000, contro un tasso medio nazionale di 124,7. «Roma - ha aggiunto Ricciardi - è seconda nel mondo solo a Mumbai per numero di motorini. Presenti in massa anche le minicar, e si tratta di un fenomeno tutto romano. Il motivo dell'ingente utilizzo dei mezzi propri da parte dei cittadini, causa principale di inquinamento, è che non esiste una rete metropolitana vera, che attraversi la città in lungo e in largo. Le persone sono costrette a muoversi con l'auto e ancora di più con lo scooter per arrivare puntuali evitando il traffico». 

Dal rapporto emerge che la speranza di vita alla nascita nella provincia metropolitana di Roma è di 77,74 anni per i maschi (dati 2005) e 83,04 anni per le femmine, contro valori medi italiani di 78,09 e 83,66 anni rispettivamente. Roma presenta invece per la mortalità infantile e neonatale i seguenti valori: 39,61 e 30,38 per 10 mila nati vivi rispettivamente, contro un tasso medio nazionale di 37,01 e 27,06 per 10 mila nati vivi. 

Quanto al monitoraggio della qualità dell'aria, la provincia metropolitana di Roma presenta la più bassa densità di centraline nel 2008: appena 0,44 per 100 mila abitanti contro un valore medio nazionale di 2,33. Per quanto riguarda l'inquinamento da polveri fini, sono migliorabili i dati relativi al particolato Pm10 (una polvere in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore, naso e laringe). Infatti, se la normativa prevede che il valore limite giornaliero pari a 50 µg/m3 non possa essere oltrepassato più di 35 giorni l'anno, analizzando i dati romani si osserva un valore di 81 giorni di superamento del limite giornaliero, contro una media nazionale di 61 giorni. 

«Si tratta inoltre di dati potenzialmente sottostimati - ha concluso Ricciardi - proprio in funzione del fatto che nella Capitale ci sono poche centraline per la misurazione dello smog».

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