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6 giu 2010

Londra e la crisi, allarme di Cameron: «Debito enorme, anni di sacrifici»

LE DICHIARAZIONI DEL PRIMO MINISTRO DEL REGNO UNITO AL SUNDAY TIMES

Cameron: «Per la Gran Bretagna
in vista anni di sacrifici»

L'appello ai cittadini «Dobbiamo avere la gente dalla nostra parte, o il debito pubblico ci schiaccerà»

Il primo ministro britannico David Cameron (Reuters)
Il primo ministro britannico David Cameron (Reuters)
MILANO
- La Gran Bretagna va incontro ad «anni di sacrifici». L'economia del Paese si trova in uno stato peggiore di quanto si pensasse e i tagli, quando arriveranno, saranno «dolorosi». A suonare il campanello d'allarme è David Cameron, primo ministro del Regno Unito. Il neo premier conservatore, in un'intervista rilasciata al Sunday Times, è tornato a battere sul tasto «dell'enorme debito pubblico con cui abbiamo a che fare».«Se non facciamo qualcosa - ha spiegato Cameron - finiremo per pagare degli interessi sul debito di 50, 60, 70 miliardi di sterline. Sono cifre pazzesche, più di quanto spendiamo per l'istruzione dei nostri figli o per la difesa della nazione». Cameron ha poi attaccato le previsioni per la crescita economica - il 3% nel 2011 - stilate dal governo laburista: «Non ci sarà nessun trampolino per la ripresa», ha detto. Quindi la medicina. «Bisogna affrontare i conti dello stato sociale, del settore pubblico e la dimensione della burocrazia accumulata in questi anni».

APPELLO AI CITTADINI - «La qualità di un vero uomo di Stato è di assumere la buona decisione spiegando alla gente gli obiettivi che ci sono dietro ai sacrifici», ha detto Cameron. «Un debito enorme deve essere gestito. Incrociare le dita aspettando la crescita e sperando che scompaia non è una risposta», e poi ha aggiunto: «Il Paese è "scoperto". E gli interessi su questo scoperto si mangiano ciò che la nazione avrebbe dovuto spendere per altro. Dobbiamo avere la gente dalla nostra parte nel corso di questo difficile viaggio», ha proseguito il leader dei conservatori. Secondo i dati dell'Ufficio di Statistica nazionale, il deficit pubblico ha raggiunto i 156,1 miliardi di sterline nel 2009/2010, pari all'11,1% del Pil, un dato record.

CLEGG: NON SI TORNA AGLI ANNI 80 - Allo stesso tempo, però, il vicepremier Nick Clegg, leader dei Liberaldemocratici, ha lanciato segnali distensivi: niente tagli selvaggi come al tempo della Thatcher. A colloquio con l'Observer, Clegg ha dispensato la sua dose di "zucchero". «Responsabilità nella spesa - ha detto - non significa tornare agli anni Ottanta: noi faremo le cose diversamente, non permetteremo il ritorno delle differenze tra nord e sud del Paese». Clegg ha poi ricordato che alcuni dei pacchetti di riduzione della spesa pubblica più rigorosi sono stati recentemente portati avanti da governi di «centro-sinistra» come i «socialdemocratici in Svezia, l'amministrazione di Clinton i USA e i liberali in Canada».

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