Martedì in consiglio dei Ministri si discuterà la manovra di bilancio
A tre anni dall'uscita de «La casta», il best seller di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, si torna a parlare di costi della politica. Rimettere in sesto i bilanci pubblici è un imperativo per tutti i governi dell'Unione europea. Lo impone la crisi dei debiti sovrani in Europa, che ha costretto le istituzioni europee al varo di un maxi piano di salvataggio dell'euro. L'Italia, anche se durante la crisi è riuscita a contenere il deficit, ha un debito pubblico che supera il 118% del Pil e per questo è tra gli osservati speciali. L'attenzione di tutti è verso la manovra bis, che il Governo dovrebbe varare entro l'estate.
Le notizie uscite sulla stampa parlano di una stretta sul pubblico impiego. Fa discutere poi la proposta del ministro Roberto Calderoli di tagliare del 5% gli stipendi di parlamentari e ministri. Finora, come ha voluto precisare il ministro Tremonti, sono uscite voci confuse e nulla è stato ancora deciso. Il dibattito su dove tagliare per recuperare fondi ha appassionato i lettori del Sole24Ore. In tantissimi hanno risposto all'appello di inviare un suggerimento al governo su come ridurre la spesa pubblica. E la stragrande maggioranza dei commenti riguarda appunto la questione dei costi della politica.
Una buona fetta dei lettori intervenuti, per esempio, chiede al governo di mettere in pratica quanto aveva promesso in campagna elettorale: l'abolizione delle province ed altri enti pubblici considerati inutili. C'è poi la questione della riduzione del numero dei parlamentari e del taglio dei loro stipendi. A questo proposito la proposta del ministro Calderoli viene considerata, in gran parte dei casi, insufficiente. Non si capisce se il taglio debba riguardare l'indennità al netto o al lordo di diarie, rimborsi e prebende. La differenza non è da poco perché da sole queste voci fanno lievitare il compenso dei parlamentare da 5mila a 14mila e 500 euro netti al mese. Retribuzione che in molti casi si moltiplica perché molti politici ricoprono spesso altre cariche, con relativo accumulo di stipendi. Sono in molti a sottolineare il problema dei doppi e tripli incarichi.
Ma forse il privilegio più odiato è sicuramente l'auto blu. Il nostro paese detiene il record mondiale di vetture di servizio per i politici e, al di là di alcune misure isolate decise a livello locale, il loro numero rimane elevato. Tra i lettori c'è che ne chiede l'abolizione totale, chi propone di imporre ai politici la bicicletta, ma anche chi vorrebbe che tutte le auto blu fossero sostituite con modelli a metano (il risparmio è minimo, ma l'ambiente ci guadagna).
Oltre ai privilegi della «casta» una buona fetta dei lettori segnala, tra le spese inutili, anche la voce missioni militari all'estero. Sempre in tema «difesa», una proposta che molti fanno è quella di accorpare polizia, carabinieri e guardia di finanza. Anche la voce «appalti pubblici» e «lotta alla corruzione» è molto sentito alla luce delle inchieste della magistratura sulla gestione dei lavori pubblici per il G8 alla Maddalena. Non mancano poi i sostenitori della reintroduzione dell'Ici (ma solo per le case di lusso). Sentito poi il tema della lotta all'evasione fiscale.
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