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10 mag 2010

Le prime parole di Anemone: «Sempre lavorato onestamente»





Anemone esce dal carcere

«Ho sempre lavorato onestamente, con tenacia, senza risparmiarmi e nel massimo rispetto di tutti i miei collaboratori»: queste le prime parole da uomo libero del costruttore Diego Anemone, figura centrale dell'inchiesta su appalti e "grandi eventi", scarcerato oggi per scadenza dei termini di custodia cautelare.

Fuori dal carcere di Rieri, Anemone si è detto certo «che la giustizia, nella quale continuo ad avere grande fiducia, farà chiarezza sulla mia totale innocenza. Lavorerò sodo per far emergere la verità rispetto alle vicende delle quali mi si accusa ingiustamente. E le carte processuali lo dimostreranno»


«È mio prioritario interesse fare luce su ogni fatto e ci riuscirò - continua Anemone - Tutti i fatti che mi si addebitano saranno certamente smentiti e chiariti nelle sedi competenti. Intendo ripristinare la mia dignità e quella del nome della mia famiglia, che ha sempre goduto di stima e di rispetto da più generazioni, costruendo con duro lavoro e sacrificio una ineccepibile reputazione. Accanto a mio padre ho imparato a essere infaticabile. Dopo questa esperienza sono ancora più convinto che si possa sopravvivere a tutto».

Anemone ha detto di affidare il ripristino della sua «dignità al corretto operato della magistratura, sicuro dell'onestà e della serietà del mio lavoro, che mi ha reso forte con la coscienza di essere meritevole della fiducia e della stima ricevuta negli anni, pronto ad affrontare anche questa esperienza traumatizzante, ma con la consapevolezza che le accuse rivoltemi non abbiano fondamento né il benchè minimo riscontro. Le imprese di costruzione Anemone hanno sempre operato nel rispetto della legalità. L'attenta valutazione delle procedure osservate farà emergere come le opere siano state tutte eseguite con tempismo, con straordinario sacrificio e hanno raggiunto il migliore dei risultati visibili a tutti».

Il G8 alla Maddalena, ha ricordato Anemone «è stato poi annullato per i fatti drammatici sopravvenuti e imprevedibili (il terremoto all'Aquila, ndr)», mentre «i lavori di ampliamento del circolo sportivo sono stati realizzati sostenendone integralmente i costi, nel rispetto della procedura. La realizzazione ha contribuito in modo determinante a rendere possibile l'evento dei Mondiali di Nuoto a Roma; le società sportive esclusivamente di proprietà mia e di mio fratello hanno dato solo lustro al mondo dello sport con la continua ricerca dell'eccellenza e tutti i numerosissimi soci e frequentatori ne sono stati e ne sono testimoni diretti quotidiani. Continuerò a tenere fermo il convincimento che le vicende giudiziarie debbano essere giudicate dalla competenza della magistratura e collaborerò con i miei difensori tenacemente affinché la verità che mi vede innocente emerga».

«Questa mattina sono uscito dal carcere. Improvvisamente, a un orario imprevisto, sono tornato in libertà. L'aria libera dopo alcune ore di procedure, notifica di atti processuali e dichiarazioni da rendere mi ha sconvolto e reso come un automa. Poi la realtà, gli affetti più cari e le notizie»: per Diego Anemone, riacquistare la libertà dopo tre mesi di carcere è stata un'esperienza, nel bene e nel male, «sconvolgente».

«Sono grato a chi mi ha consigliato di non leggere i giornali durante gli ultimi tre mesi. Mi accorgo di essere stato infamato e diffamato», ha detto, pure rispettando «il sacrosanto diritto all'informazione e dovere di cronaca, convinto che debbano basarsi sulle verità processuali nel rispetto della persona e della sua dignità. Ho vissuto un periodo molto doloroso, soprattutto pensando alla mia famiglia e ai miei bambini. Sono grato e ringrazio pubblicamente tutto il personale penitenziario che ha avuto garbo e umanità e mi ha alleviato i momenti più duri di questa esperienza agghiacciante»
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