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21 mag 2010

Galà amfAR, il caso Uzbekistan guasta la festa delle star

CANNES

Alla serata più mondana l'appello di Reporters sans Frontières: la co-presidente dell'evento è la figlia del presidente della repubblica ex sovietica e il padre è accusato di imprigionare i dissidenti. L'imbarazzo delle celebrità

CANNES - Come sempre avevano fatto la fila, le celebrity planetarie, per partecipare al più tradizionale e blasonato tra gli eventi mondani a margine del Festival di Cannes: il galà dell'amfAR, l'associazione di personaggi del mondo del cinema che raccoglie fondi per la lotta all'Aids. Ma quest'anno, a sorpresa, la politica - o, meglio, l'attualità internazionale - ci ha messo lo zampino. Rovinando, almeno in parte, l'atmosfera di solito esclusivamente glamour dell'evento. 

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Colpa (o forse merito) di un piccolo caso diplomatico: Reporters sans Frontières, il gruppo che si batte per la libertà di stampa in tutti i Paesi del mondo, ha denunciato la presenza dell'ambasciatrice Gulnara Karimova, figlia del capo dello Stato dell'Uzbekistan, come co-presidente dell'evento charity. Secondo Rsf, la Karimova è sì una generosa donatrice, ma anche portatrice di una sorta di conflitto di interessi: l'amfAR, infatti, ha firmato una petizione per ottenere la liberazione in Uzbekistan di un militante della lotta all'Aids, Maksim Popov, 27 anni, condannato a sette anni di prigione solo per avere distribuito informazioni sul movimento di cui fa parte. Così in una lettera all'amfAR, intitolata "una presenza disturbante", Reporters sans Frontières ha fatto appello a tutte le celebrità affinché esigessero "che Gulnara Karimova faccia un passo significativo per la liberazione di Popov o si ritiri". 

Non è difficile immaginare le reazioni, l'imbarazzo delle star riunite nella lussuosa ed esclusiva cornice dell'Hotel Du Cap ad Antibes: un luogo, tanto per intedersi, dove ci si contende un posto al tavolo di Giorgio Armani, co-sponsor di quest'anno, di Chopard, Cavalli, Tom Ford o del potente produttore Harvey Weinstein. E ci si aggiudica all'asta, battuta dall'attore scozzese Alan Cumming ("questa sera sono la vostra Sharon Stone", ha detto), un indimenticabile giorno da passare con Bill Clinton, sei notti nel Grand Hotel du Cap Ferrat abbinate ad una settimana nello yacht Wall B a partire da 87 mila euro, una settimana alle sfilate della fashion week di settembre a Milano, quattro tele di Richard Hambleton, padre della Street Art (100 mila euro), un pranzo con Quentin Tarantino e Weinstein durante i prossimi Oscar, un abito Armani privè di crinolina bianca e tutto tempestato di cristalli Swarovski (79 mila euro), un soggiorno nella Coco Chanel suite al Ritz di Parigi, e altre inarrivabili lussuosità. 

Alla fine però, malgrado le pressioni di Rsf, la serata è andata avanti come se nulla fosse. Patti Smith, sorpresa dell'evento, ha cantato alcune delle sue più celebri canzoni. Tra gli altri partecipanti Mick Jagger, Jennifer Lopez, Benicio del Toro, Natalie Imbruglia, Adrien Brody, Afef Tronchetti Provera, Gael Garcia Bernal, Naomi Cambell, Marion Cotillard, Russell Crowe, Kirsten Dunst, Grace Jones (che ieri ha festeggiato 62 anni con una notte pazzesca al Belvedere Vodka late night party al Le Baron), Diane Kruger, Karl Lagerfeld, Bar Refaeli, Michelle Rodriguez. Performance musicale della nove volte Grammy, Mary J. Blige.

Alla serata del 2009 erano stati raccolti 4,5 milioni di dollari. L'incasso di quest'anno non è stato ancora reso noto.

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