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12 apr 2010

Afghanistan: gli italiani confessano?

Emergency e il giallo della confessione degli italiani

Emergency e il giallo della confessione degli italiani


A poche ore dalle dichiarazioni fatte ieri al quotidiano britannico The Timessulla presunta confessione dei tre italiani di Emergency arrestati con l'accusa di avere partecipato a un complotto per l'assassinio del governatore di Helmand, il portavoce afghano Daoud Ahmadi ha provato a correggere il tiro e ha precisato di non avere mai accusato direttamente i tre volontari dell'organizzazione di Gino Strada: «Non ho mai accusato gli italiani di Emergency di essere in combutta con al Qaida. Ho solo detto che Marco (il chirurgo dell'ong, ndr) stava collaborando e rispondendo alle domande». È una parziale marcia indietro, quella fatta dal funzionario di Helmand su sollecitazione del Giornale e del giornalista Fausto Biloslavo. Il presunto complotto «è responsabilità di alcuni individui», ha sostenuto Ahmadi. «Questo non significa che l'intero ospedale di Emergency doveva portare a termine la missione. Spero che gli italiani collaborino con noi per fare pulizia di certa gente con intenti criminali». Una presunta confessione, quella degli italiani di Emergency, che è stata definita da Gino Strada come «la classica coglionata afgana». «Spero con tutto il cuore che il governo italiano non ne sapesse niente. Spero che non ci sia stato alcun coinvolgimento (dell'Italia, ndr). Faccio mie le stesse parole del ministro Frattini», ha commentato il fondatore dell'ong, replicando a quanto detto ieri dal titolare della Farnesina («Prego con tutto il cuore che quelle accuse non siano vere, prego con tutto il cuore da italiano perchè l'idea che possano essere degli italiani per i quali anche una parte di quelle accuse siano vere mi fa rabbrividire»).

Un botta e risposta proseguito anche questa mattina, quando il Gr1 ha mandato in onda la replica del ministro e le nuove accuse di Strada. «Il dottor Strada ha fatto un comizio politico, una conferenza stampa in cui accusa la coalizione e l'Isaf di uccidere vittime innocenti. Le forze italiane sono sempre state in prima fila contro il terrorismo e non certo contro le vittime innocenti. Questo tentativo di buttare fango sui nostri valorosi militari di pace, sui militari della coalizione è un tentativo politico che io respingo con forza», ha detto Frattini. «Qualcuno lo considererà fango, io ritengo che i militari stranieri presenti in Afghanistan costituiscono dal 2001 una forza di occupazione. Questo è gettare fango? Sono lì a fare la guerra. Loro fanno il loro lavoro, che non c'entra niente col nostro. E noi facciamo il nostro che è cercare di portare a casa vite umane, non di sopprimerle», ha replicato Strada. E mentre il sito dell'organizzazione Emergency ha dedicato tutta la sua prima pagina alla pubblicazione di un appello per sostenere i tre medici arrestati in Afghanistan, sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa. «Strada dovrebbe evitare di accusare il governo afgano, di gridare al complotto della Nato e di tirare dentro il governo italiano che non è stato informato di questa operazione. Sarebbe più saggio se, in attesa di sapere come sono andate le cose perché non ha conoscenza del caso specifico, prendesse intanto le distanze dai suoi collaboratori. Può sempre succedere di avere accanto, inconsapevolmente, degli infiltrati», ha commentato La Russa.

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