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30 mar 2010

Regionali, il fattore Grillo


Al candidato di Beppe Grillo 70 mila voti
Ma non bastano per poter entrare
Borrelli: «Guardando i numeri, penso che il meccanismo elettorale non rispetti la volontà del popolo»

TREVISO—Come prendere 70 mila voti e non entrare. David Borrelli era lì lì per diventare il primo grillino in consiglio regionale. Nel lungo pomeriggio elettorale la percentuale del Movimento 5 Stelle è arrivata vicina al 4 per cento, le liste provinciali hanno ottenuto risultati significativi. Ma non sufficienti a garantire uno scranno in laguna a Borrelli, alfiere di Beppe Grillo, tecnico informatico, primo consigliere comunale in tutta Italia nato dalla Rete. Cresciuto a pane, ambiente e web. «Sono contento ma disperato - commenta con la voce stanca -. Il risultato del movimento è stato davvero strepitoso, eccezionale anzi. Proprio per questo avere i numeri e non entrare mi dà ancora più fastidio. Se ieri mi avessero detto che i Grilli avrebbero preso 70 mila preferenze non ci avrei creduto. Ma oggi, guardando i numeri, penso che il meccanismo elettorale non rispetta la volontà del popolo. Un movimento con più del tre per cento dei voti in Veneto, che non riesce ad avere un rappresentante, non garantisce l’espressione dei cittadini. La sostanza, insomma». Un sistema elettorale troppo complesso, che ha messo in difficoltà i cittadini: voto disgiunto, voto alla lista provinciale. «Più di qualcuno ha sbagliato, soprattutto i più anziani - ammette - anche se lo avevamo spiegato chiaramente, in tutti i modi ». Ma fra croci e nomi, la confusione ha regnato nei seggi.

Penalizzati da una campagna elettorale a basso costo e poco vistosa? Manifesti poco o niente, nessuna vela e volantini contati. Poche spese, limitate quasi esclusivamente agli interventi del leader Beppe Grillo nei capoluoghi, che hanno raccolto migliaia di persone. Ci sono stati tanti messaggi in rete, video elettorali e appelli su Facebook, sfruttando internet e tutte le sue potenzialità: «Piuttosto siamo stati penalizzati dal silenzio dei media, abbiamo fatto una campagna minimale ed è proprio per questo che la gente ci ha votati». C’è la solita vecchia polemica, quella della sinistra che li accusa di portar via voti a loro, frammentando ancor di più una galassia che invece dovrebbe restare unita. Una polemica che lo investì anche quando entrò due anni fa a Palazzo dei Trecento, sede del consiglio comunale di Treviso. «È successo proprio il contrario invece - riflette Borrelli - prima gli elettori non ci votavano perché non avevano la possibilità di farlo, perché non esistevamo ancora. Oggi il loro voto è significativo, è l’opportunità che mancava per esprimere una scelta chiara, quella dell’antipolitica ». Della vittoria di Luca Zaia era sicuro, prima ancora di scendere in campo: «La Lega ha ottenuto un risultato prevedibile, le percentuali sono nette. I tempi per il cambiamento non sono maturi, ancora. Ma non è il momento di fermarsi. Le elezioni regionali facevano parte del percorso, ora andremo avanti con le amministrative nei Comuni e, magari chissà, alle prossime Regionali potrebbe anche andare meglio».

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