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Niccolò Ghedini (Ansa) |
MILANO - I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno ammesso 19 testimoni al processo in cui Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari in relazione al «caso» dell'avvocato inglese David Mills. Degli oltre 70 testimoni chiesti dalla difesa del premier, ne sono stati ammessi soltanto 12, tra cui Flavio Briatore. Tutti gli altri sono stati definiti dal collegio «superflui». Il tribunale ha invece ritenuto utile la deposizione di 5 persone indicate dal pm Fabio De Pasquale, tra i quali l'armatore Diego Attanasio, dal quale Mills ha sempre detto di aver ricevuto la presunta somma corruttiva di 600mila dollari. Infine, per i giudici è utile anche ascoltare i 2 consulenti della difesa e dell'accusa. Proprio quest'ultimo verrà sentito nella prossima udienza fissata per il 16 aprile. I giudici del collegio hanno infatti rilevato che, vista la possibilità che venga promulgata la legge sul legittimo impedimento, occorre sentire testimoni «subito reperibili e non avviare rogatorie con l'estero». Alcuni dei testimoni che dovranno essere sentiti risiedono infatti in Paesi stranieri. Sostanzialmente è stata accolta la linea del pm che, a fronte della richiesta degli oltre 70 testi da parte degli avvocati del presidente del Consiglio, aveva detto, prima che cominciasse l'udienza, che «solo 13 persone dovevano essere sentite, il resto è solo per mandare il processo in prescrizione». Il collegio dei giudici in parole povere ha ricordato che la Cassazione decidendo per l’intervenuta prescrizione nel processo a Mills ha messo nero su bianco la sussistenza del fatto reato, di cui ha risposto il legale inglese e di cui adesso risponde Berlusconi.
GHEDINI - Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi, sulla decisione dei giudici di ammettere 19 testimoni invece dei 73 chiesti dalla difesa commenta: «Con questa ordinanza ci viene negata la possibilità di difenderci in questo processo». «Sono stati negati gli accertamenti bancari sui movimenti finanziari, si è deciso di non sentire il testimone che aveva gestito il fondo della movimentazione nella presunta corruzione - ha aggiunto l’avvocato Ghedini - in questo modo non sarà possibile provare l’estraneità del presidente Berlusconi alle accuse». «Ci sono negati i testimoni e sono ammessi solo quelli che possono interessare alla Procura della Repubblica - ha proseguito Ghedini -. Ci muoveremo come al solito, staremo qui a fare il processo con quello che ci danno, sperando che ci sia un giudice superiore che vada a rimediare a queste storture».
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