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26 mar 2010

Marchionne accusa politici e sindacati «Contro di noi un tiro al bersaglio»

LA RELAZIONE AGLI AZIONISTI: «IL MERCATO EUROPEO DELL'AUTO IN CALO DEL 15% NEL 2010»

Poi l'amministratore delegato di Fiat rassicura: «Il baricentro di Fiat resta in Italia»

Da sinistra a destra Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne (Tam-Tam)
Da sinistra a destra Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne (Tam-Tam)
MILANO -«Fiat non è andata all’estero per capriccio e dimenticando l’Italia, ma l’ha fatto per crescere, senza spostare il nostro baricentro che rimane italiano, abbiamo solo allargato la base operativa». Rassicura gli azionisti l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne parlando all'assemblea. Ma poi avverte: «Oggi stiamo vivendo un altro gioco pericoloso, un nuovo tiro al bersaglio contro la nostra azienda». «Mi riferiscono - ha precisato Marchionne - non solo a quello che scrivono i giornali, che nella maggior parte dei casi fanno il loro lavoro e riportano dichiarazioni, penso piuttosto alle dichiarazioni di alcuni esponenti del mondo politico, sindacale e a volte imprenditoriale. La Fiat non pretende di essere salutata ogni giorno con le fanfare, ma non troviamo giusti nemmeno i fischi gratuiti, ci piacerebbe vedere un po' di equilibrio».

CREDIAMO NEL FUTURO DEL PAESE - «Nessuno può dire che viviamo alle spalle dello Stato o che vogliamo abbandonare il Paese» sottolinea ancora Marchionne. «Crediamo nel futuro italiano del Paese - ha aggiunto Marchionne - quello che va bene per l'Italia va bene anche per noi, ma non esistono rapporti a senso unico». Per questo motivo, Marchionne ha chiesto «rispetto per la Fiat, che fa delle gran belle macchine», e ha ricordato che le va riconosciuta «libertà di agire nel contesto mondiale». «Ogni azienda - ha detto al riguardo - ha il diritto e il dovere di fare le proprie scelte».

TERMINI IMERESE - «Fiat intende assumersi le sue responsabilità per Termini. Stiamo facendo la nostra parte perchè il passaggio avvenga nel modo meno brusco possibile» ha poi aggiunto l'amministratore delegato del Lingotto. Da parte nostra, ha ribadito Marchionne, «c'è il massimo spirito di collaborazione con il governo. Siamo totalmente disponibili a valutare il tipo di supporto che Fiat può dare e pronti a mettere a disposizione lo stabilimento». «Sappiamo - ha aggiunto - che i sindacati tra le varie iniziative privilegiano quelle con vocazione automobilistica. Voglio ribadire che la collaborazione di Fiat ci sarà anche in questo caso». Per gli investimenti nell'impianto di Termini Imerese, ma anche per la gestione della cassa integrazione negli ultimi dieci anni la Fiat ha dato più di quanto ricevuto dalla Stato ha poi rimarcato Tremonti.

POLITICI E SINDACATI - «A volte ho l’impressione che il mondo politico e i sindacati non si rendano conto delle dimensioni della crisi che ha investito il nostro Paese, che riguarda solo in parte il settore dell’auto» ha detto ancora Marchionne. Alcuni esponenti sindacali sembrano «vivere in un altro mondo» ha sottolineato Marchionne, durante l'assemblea. «Neanche di fronte al crollo del mercato abbiamo ceduto a soluzioni radicali - ha detto - nel 2009 abbiamo fatto 30 milioni di ore di Cassa integrazione per evitare i licenziamenti. I toni e i comportamenti di alcuni esponenti sindacali invece mi danno l'idea che queste cose non siano state capite o apprezzate volutamente. Chiedere soluzioni incompatibili con la crisi significa vivere in un altro mondo».

MERCATO - Il mercato europeo dell'auto scenderà nel 2010 del 15% ha affermato ancora Marchionne, durante l'assemblea. «Siamo arrivati a livelli così bassi che non si vedevano dal '94 - ha detto - nel giro di tre anni si è perso un quarto dei volumi precedenti».

DATI DI BILANCIO - Il fatturato del Gruppo Fiat, pari a 50,1 miliardi di euro, e diminuito del 16% rispetto ai livelli record del 2008 ha successivamente rimarcato Marchionne, precisando che il calo è stato più marcato nella prima parte dell’anno e si è progressivamente ridotto nei mesi successivi». «L’ultimo trimestre infatti - sottolinea Marchionne - ha registrato un aumento del ricavi del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2008».

MONTEZEMOLO - «La fase peggiore e più drammatica l'abbiamo lasciata alle spalle e iniziamo a intravedere una ripresa che sarà lunga e lente. Il gruppo Fiat è in buone condizioni» aveva affermato in precedenza il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, sempre all'assemblea degli azionisti. «Anche per la Fiat - ha detto Montezemolo - il 2009 è stato un anno complicato, in tutti i settori, in particolare per i veicoli industriali e le macchine movimento terra. L'azienda ha saputo reagire con velocità raggiungendo e addirittura superando gli obiettivi che c'eravamo prefissati. La nostra storia, le nostre radici e il nostro cuore sono e saranno in Italia».

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