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24 mar 2010

Energie rinnovabili, i comuni altoatesini primi in Italia



Il territorio della provincia di Bolzano domina le classifiche di Legambiente: tra i comuni "100% rinnovabili" ben 10 su 15 sono in Alto Adige

BOLZANO. Alto Adige senza rivali sulle energie rinnovabili. I Comuni altoatesini dominano le diverse categorie del rapporto di Legambiente «Comuni rinnovabili 2010». Si tratta della ricerca di Legambiente (con il contributo di Gse e Sorgenia) su «sole, vento, acqua, terra, biomasse. La mappatura delle fonti rinnovabili nel territorio italiano»

Gran successo per 10 Comuni altoatesini entrati nella classifica dei 15 «Comuni 100% rinnovabili». A Sluderno è andato il premio 2010 per il mix di diverse fonti rinnovabili. Immediato il commento dell’assessore provinciale all’ambiente ed energia Michl Laimer: «Questo rapporto è la conferma che stiamo percorrendo la strada giusta e uno stimolo a proseguire».

Oltre a Sluderno, tra i Comuni 100% rinnovabili figurano Dobbiaco, Prato allo Stelvio, Vipiteno, Brunico, Lasa, Glorenza, Racines, Monguelfo e Stelvio. Bene anche Bolzano. Il capoluogo risulta infatti essere la città con la maggiore superficie di collettori solari. E comunque a scorrere le classifiche delle varie categorie, la presenza dei Comuni altoatesini è assolutamente dominante. Nel dossier Legambiente sottolinea: «La Provincia di Bolzano è quella che in questi anni ha messo in campo le più efficaci e ambiziose politiche e ha disegnato la più chiara prospettiva di innovazione con l’obiettivo di uscire progressivamente dalle fonti fossili». Non è dunque un caso che al centro delle discussioni sul futuro parco tecnologico di Bolzano ci sia la prospettiva di fare di Bolzano uno dei centri di riferimento italiano nella ricerca sulle energie alternative.

In «Comuni rinnovabili 2010» Legambiente ricorda che in Alto Adige «considerando tutti i consumi energetici, le rinnovabili soddisfano già il 56%, ma si vuole portare questa quota al 75% nel 2015 e continuare in una direzione di autosufficienza energetica, che possa prescindere dalle fonti fossili. Sono moltissime le esperienze interessanti e i risultati significativi raggiunti in poco tempo».

Legambiente cita in particolare «l’esperienza del teleriscaldamento con impianti da biomassa di provenienza locale, che coinvolge 32 Comuni su 116. Complessivamente questi impianti riescono a soddisfare il 27% del fabbisogno termico delle famiglie residenti nella provincia. Ma le biomasse sono anche in grado di produrre energia elettrica tale da soddisfare il fabbisogno di oltre 100 mila famiglie».

Proseguendo nell’analisi dedicata all’Alto Adige, il dossier ricorda che sono 86 i Comuni «che possiedono sul proprio territorio impianti mini idroelettrici, cioè quelli con potenza fino a 3MW, per una potenza complessiva di oltre 90 MW. Una particolarità è la diffusione di 725 piccolissimi impianti ad uso privato con potenze inferiori ai 220 kW, pari al fabbisogno di circa 64 mila famiglie: 94 a Sarentino, 57 a Valle Aurina, 25 a Campo Tures. Sono invece 96 gli impianti di potenza compresa tra 220 kW e i 3000 kW. Ma impressionante è la diffusione raggiunta in poco tempo per quanto riguarda le installazioni fotovoltaiche, eoliche, da biogas e geotermia». Insomma, una promozione piena, con toni quasi da campagna pubblicitaria, se Legambiente non fosse una associazione di rinomata serietà.

Entrando nel dettaglio, il risultato più netto sono i 10 Comuni altoatesini nella classifica dei «Comuni 100% rinnovabili»: con Sluderno dichiarato vincitore del premio 2010.
Questa classifica, spiega Legambiente, raccoglie i Comuni «che rappresentano oggi in Italia il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. In queste realtà sono gli impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento a soddisfare ampiamente i fabbisogni termici e un mix di impianti rinnovabili a permettere di soddisfare e superare anche ampiamente i fabbisogni elettrici dei cittadini residenti».

La classifica, è sottolineato, «premia proprio la capacità di muovere il più efficace mix delle diverse fonti».
Sluderno ha superato tutti gli altri avversari perché si tratta di un Comune con poco più di 1800 abitanti, «che fonda la sua ricetta di successo su diversi impianti diffusi nel territorio». Questa la descrizione: «Dai 960 metri quadrati di pannelli solari termici e 512 kW di pannelli fotovolatici diffusi sui tetti di case e aziende, ai 4 microimpianti idroelettrici che hanno una potenza complessiva di 232 kW. Particolarmente interessante è la collaborazione con i territorio vicini. L’impianto eolico da 1,2 MW installato a Malles è un investimento in condivisione tra i Comuni di Sluderno, Malles, Glorenza e Curon Venosta e gestito da un consorzio dei Comuni più alcune aziende elettriche locali. A scaldare le case sono invece gli impianti da biomasse locali e da biogas, proveniente per lo più da liquame bovino, che hanno una potenza complessiva di 6200 kW termici, entrambi di tipo cogenerativo, allacciati ad una rete di teleriscaldamento da 23 chilometri».
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