È AFFETTA DALLA SINDORME DI KLEINE-LEVIN
Una ragazza inglese, affetta da una rara sindrome, può dormire anche due settimane di seguito
Una foto di Louisa Ball (dal sito del Mail Online) |
DOPO UN’INFLUENZA - Louise è un’eccezione, ma la sua condizione, così come la descrivono i suoi genitori, è da manuale di neurologia. «Nostra figlia ha cominciato a manifestare i primi sintomi- ha detto la madre Lottie al giornale inglese Daily Mail – dopo un episodio influenzale durato circa una settimana . Da allora non si è più ripresa e ha cominciato a dormire in continuazione». Tutto è iniziato nell’ottobre del 2008 e i genitori, che vivono con Louise e un altro figlio di 14 anni a Worthing, nel Sussex, Gran Bretagna, all’inizio non sapevano proprio che cosa fare. E hanno chiesto aiuto ai medici dell’ospedale cittadino. In un primo momento, i pediatri avevano parlato di un problema ormonale. Intanto Louise continuava a dormire per giorni interi senza poter andare a scuola o alle lezioni di danza, il suo passatempo preferito. Quando si risvegliava non era in grado di ricordare nulla.
CAUSA SCONOSCIUTA - Nel marzo del 2009 è stata allora ricoverata al St. George’s Hospital di Tooting, vicino a Londra, dove i medici hanno fatto diagnosi di sindrome di Kleine-Levin, un particolare tipo di ipersonnia la cui causa è sconosciuta, ma probabilmente legata a una disfunzione del sistema ipotalamico-limbico dove hanno sede i centri della fame e del sonno. Di solito, quando questi pazienti si svegliano tendono ad avere un’iperfagia, cioè si alimentano in maniera incontrollata, e perdono anche i freni inibitori con comparsa di un’ipersessualità sfrenata. Ma di questi due sintomi i genitori di Louise non fanno menzione nell’intervista al giornale inglese.
LA CURA - Descrivono invece i disagi della loro vita quotidiana e raccontano come, dopo una vacanza a Malaga, la figlia sia caduta in un sonno profondo sul volo di rientro e non si sia più svegliata per giorni. In un’altra occasione, durante un viaggio in camper, aveva dormito per tutto il tempo. C’è una nota positiva in questa storia: l’esperienza dice che la sindrome regredisce spontaneamente con il passare del tempo. Intanto i medici hanno provato a somministrare a Louise alcuni farmaci stimolanti, tipo amfetamine, nel tentativo di ridurre i periodi di sonno, farmaci che però non hanno avuto effetto. Adesso ne stanno sperimentando di nuovi, sperando che possano dare qualche risultato.
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