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12 feb 2010

La bella addormentata esiste davvero

È AFFETTA DALLA SINDORME DI KLEINE-LEVIN

Una ragazza inglese, affetta da una rara sindrome, può dormire anche due settimane di seguito

Una foto di Louisa Ball (dal sito del Mail Online)
Una foto di Louisa Ball (dal sito del Mail Online)
MILANO -
La chiamano la Bella addormentata, ma più che di una favola Louise, una ragazza inglese di 15 anni, è protagonista di un vero incubo, almeno per i suoi genitori. Lei è capace di dormire anche per due settimane di seguito, chi le sta attorno si preoccupa di svegliarla ogni tanto per farla mangiare e bere e per accompagnarla in bagno. La sua condizione è rarissima, ma i medici la conoscono: i primi a descriverla sono stati Kleine e Levin, che hanno poi dato il nome alla sindrome, rispettivamente nel 1925 e nel 1936. Da allora ne sono stati segnalati pochi casi al mondo e soprattutto in maschi.

DOPO UN’INFLUENZA - Louise è un’eccezione, ma la sua condizione, così come la descrivono i suoi genitori, è da manuale di neurologia. «Nostra figlia ha cominciato a manifestare i primi sintomi- ha detto la madre Lottie al giornale inglese Daily Mail – dopo un episodio influenzale durato circa una settimana . Da allora non si è più ripresa e ha cominciato a dormire in continuazione». Tutto è iniziato nell’ottobre del 2008 e i genitori, che vivono con Louise e un altro figlio di 14 anni a Worthing, nel Sussex, Gran Bretagna, all’inizio non sapevano proprio che cosa fare. E hanno chiesto aiuto ai medici dell’ospedale cittadino. In un primo momento, i pediatri avevano parlato di un problema ormonale. Intanto Louise continuava a dormire per giorni interi senza poter andare a scuola o alle lezioni di danza, il suo passatempo preferito. Quando si risvegliava non era in grado di ricordare nulla.

CAUSA SCONOSCIUTA - Nel marzo del 2009 è stata allora ricoverata al St. George’s Hospital di Tooting, vicino a Londra, dove i medici hanno fatto diagnosi di sindrome di Kleine-Levin, un particolare tipo di ipersonnia la cui causa è sconosciuta, ma probabilmente legata a una disfunzione del sistema ipotalamico-limbico dove hanno sede i centri della fame e del sonno. Di solito, quando questi pazienti si svegliano tendono ad avere un’iperfagia, cioè si alimentano in maniera incontrollata, e perdono anche i freni inibitori con comparsa di un’ipersessualità sfrenata. Ma di questi due sintomi i genitori di Louise non fanno menzione nell’intervista al giornale inglese.

LA CURA - Descrivono invece i disagi della loro vita quotidiana e raccontano come, dopo una vacanza a Malaga, la figlia sia caduta in un sonno profondo sul volo di rientro e non si sia più svegliata per giorni. In un’altra occasione, durante un viaggio in camper, aveva dormito per tutto il tempo. C’è una nota positiva in questa storia: l’esperienza dice che la sindrome regredisce spontaneamente con il passare del tempo. Intanto i medici hanno provato a somministrare a Louise alcuni farmaci stimolanti, tipo amfetamine, nel tentativo di ridurre i periodi di sonno, farmaci che però non hanno avuto effetto. Adesso ne stanno sperimentando di nuovi, sperando che possano dare qualche risultato.

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