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15 feb 2010

CUS: Calabria: Loiero vince le primarie del Pd


Sarebbero 100.000 i votanti alle primarie del PD calabrese per l’individuazione del candidato Presidente della Regione, tutti disposti a versare almeno un euro, secondo quanto riferito dal segretario regionale del PD Carlo Guccione.

Ha vinto il candidato presidente uscente Agazio Loiero con circa 65.000 preferenze. Toccherà a lui sfidare il 28 marzo p.v. il designato senza primarie del PDL-UDC Giuseppe Scopelliti, attuale sindaco di Reggio. Al termine dello spoglio Loiero, rivolgendosi all’imprenditore del tonno Pippo Callipo – candidato ufficiale dell’Italia dei Valori, dei Radicali e di Società Civile – lo ha invitato ad essere il suo futuro vice-presidente. Loiero è convinto che l’adesione di Callipo e, conseguenzialmente, dell’Idv gli permetterebbe matematicamente di vincere. Bisogna tener conto che 100.000 persone che vanno a votare, con le terribili condizioni climatiche di ieri, è di per sé una vittoria elettorale. Loiero ha anche ringraziato i due sfidanti Bova e Censore.

Bisogna ricordare che quando in Calabria si parla di primarie il pensiero va all’omicidio di Francesco Fortugno, vice-presidente della Regione, avvenuto a Locri durante le primarie per l’Unione nell’ottobre del 2005. Un evento limite nella politica calabrese, che molti vorrebbero dimenticare, ma che dà il segno di come alcuni, e non del tutto isolati, possano intendere la competizione politica e la politica stessa.

Una regione, la Calabria, tra le più povere d’Italia, con una classe politica spesso attenta più agli interessi privati che a quelli pubblici, dove il lavoro nero, la ‘ndrangheta, il malcostume privato, pubblico e politico-affaristico, lo sperpero di denaro pubblico, la disoccupazione, la malasanità, il consumo di territorio, l’inquinamento ambientale, le raccomandazioni e, in ultimo, i comportamenti razzisti in alcune realtà regionali, regnano sovrani, e ogni tentativo, per cambiare lo status quo, seppur sincero e importante, come quello dei giovani di “E Adesso Ammazzateci Tutti”, si rivela incapace di modificare questa situazione ormai granitica.

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