«Oggi siamo di nuovo sulla sommità di una bolla finanziaria enorme, prodotta dagli stessi responsabili della precedente». È secco e senza appello il giudizio del finanziere Francesco Micheli, grande esperto e attento osservatore dei mercati.
Dello stesso avviso Guido Rossi, giurista, professore ed ex presidente Consob: «Sono contento di non essere l'unica Cassandra – ha commentato – dato che anche Micheli prevede una nuova bolla». Entrambi sono intervenuti alla presentazione del libro «Wall Street: La stangata», scritto da Fabio Tamburini, direttore dell'Agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor, e Gianfilippo Cuneo, pubblicato da Baldini Castoldi Dalai Editore.
All'evento, ieri sera presso il Circolo della Stampa di fronte a una platea di manager, investitori e gente comune, ha partecipato anche il presidente di Bpm e Impregilo, Massimo Ponzellini. Le basi per lo scoppio della nuova bolla, ha esordito Micheli, sono state poste «a partire da un'enorme base monetaria, soprattutto in dollari, creata in una forma di accanimento terapeutico per risollevare l'economia» e dall'introduzione di nuove regole «che come sempre vanno bene per le banche e non per i risparmiatori».
I responsabili della situazione sono quindi «gli stessi ragazzi che avevano il cappello di Lehman Brothers e oggi hanno cambiato casacca ma fanno esattamente le stesse cose», descrizione in cui, ha aggiunto con un sorriso il finanziere, «ogni riferimento a Goldman Sachs è puramente casuale». Rossi, da parte sua, ha notato che «la rivoluzione finanziaria ha mandato in vacanza la rivoluzione industriale», in un orizzonte in cui «il mercato ha fallito, la finanza conta più dell'industria e la ricchezza viene solo dalla finanza grazie a un sistema che cerca di crearla a partire dal debito».
Commentando diversi passaggi del libro, Rossi ha quindi puntato il dito contro le stock option, «uno degli strumenti di massimo imbroglio da parte dei manager» e tra i principali imputati per la crisi. Se da questo osservatorio il panorama globale non appare certo sereno, nubi non mancano nemmeno nello specifico della situazione italiana. Micheli ha notato infatti che nel nostro Paese la crisi «comincia a fare i suoi veri danni soltanto oggi e, al di là degli annunci della politica, è difficile che questo possa cambiare prima della fine del 2012». Tanto più, ha concluso, che «in Italia siamo molto vicini all'esplosione dello scandalo delle perizie immobiliari, in cui sono state fatte valutazioni valide erga omnes che fanno inorridire come certi prodotti finanziari avvelenati».
Tutto sul filo del paradosso, infine, l'intervento di Ponzellini, che ha ricordato il commiato di Alan Greenspan di fronte ai banchieri centrali europei al termine del suo mandato alla guida della Federal Reserve americana. Quella di Greenspan «voleva essere una battuta di spirito, ma si è rivelata un'esatta fotografia di ciò che si sarebbe verificato».
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