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27 dic 2009

I più poveri del 2010? Gli spagnoli


Moody's: la Spagna vince la classifica della «miseri



C'è da sempre l'indice della ricchezza identificato dagli economisti con il Pil, il prodotto interno lordo, cioè il reddito prodotto ogni anno dai vari Paesi. Ed è ovvio che più l'indice sale meglio è. Con gli anni qualche osservatore si è spinto oltre sostenendo che da sola la ricchezza non fa la felicità. E allora via con altri indicatori: dalla qualità della vita, al benessere inteso in senso lato. Ma c'è anche il rovescio della medaglia, prosposto questa volta dagli economisti di Moody's, l'agenzia di rating americana. Per loro esiste anche l'indice della miseria. O meglio quest'anno per la prima volta l'hanno chiamato l'indice dell'«altra miseria». In cosa consiste? Nella sommatoria, magari un po' grezza e poco attenta al rigore scientifico ma significativa, di due sotto-indicatori che sono il deficit fiscale e il tasso di disoccupazione attesi per il 2010.

Ebbene mescolando o meglio sommando queste variabili ecco la classifica degli Stati che rischiano un 2010 assai gramo. Al primo posto, e non è una sorpresa dopo le avvisaglie delle settimane scorse, spicca la Spagna dove il tasso di disoccupazione è salito vertiginosamente dal'avvio della crisi della finanza mondiale, toccando punte del 20%. Una crescita del paese avvenuta sulla spinta di un accumulo di debito privato a sorreggere una gigantesca bolla immobiliare. Che ora è scoppiata e che sta deteriorando velocemente i conti delle famiglie ma anche dello Stato.

Poi a seguire paesi noti per la loro attuale fragilità finanziaria: dalla Lettonia alla Lituania per passare a Irlanda e Grecia, guarda caso i due paesi che incutono oggi più timore per la tenuta dei conti pubblici. In tutti i casi la miscela esplosiva che richia di deflagrare l'anno prossimo è fatta da pesanti deficit di bilancio con tassi di disoccupazione che hanno superato ampiamente il tetto del 10-15%. L'Italia è al penultimo posto dopo la Germania in virtù del deficit più contenuto e della disoccupazione sotto il 9 per cento.

La classifica di Moody's sarà anche un esperimento empirico fatto sommando solo due variabili e qualche economista storcerà il naso di fronte a un'analisi così povera di fattori. Ma guarda caso i Paesi che sfilano nella classifica dell'«altra miseria» sono proprio quelli su cui Autorità monetarie e Governi hanno lanciato in queste settimane i primi allarmi.

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