Bing spinge Google a rinnovarsi
Tra le risate della platea, qualche giorno fa Sergej Brin a precisa domanda ha risposto: «Sì, certo, uso anch’io Bing». Un’ammissione sul nuovo motore di ricerca che dimostra il realismo del cofondatore di Google, e che è un’ulteriore prova della breccia che si è aperta nella monolitica gestione delle ricerche online da parte della Big G. Microsoft con Bing ha fatto un buon lavoro, lo dimostrano i dati: rosicchiando mese dopo mese a novembre è arrivato al 10% delle ricerche Usa (Google 65,4%, Yahoo! 18). La strada è ancora lunga, specie a livello mondiale dove lo strumento ancora non ha la localizzazione in lingua (in Italia Bing è intorno al 2%). Ma Google ha la necessità che questa strada non venga mai percorsa fino in fondo. E dunque ecco la — possibile — sorpresa: dopo anni di glorificata essenzialità, le pagine di Google potrebbero cambiare. Non solo i rumors, ma anche un trucchetto per vedere in anteprima le novità sono ribalzati sulla Rete. Dalla sede minimizzano: «È una delle molte prove che facciamo». Ma il dubbio rimane. La certezza potrebbe arrivare già a inizio gennaio, con la presentazione al Ces di Las Vegas.
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