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29 ott 2009

Michelle Obama una first lady troppo narcisa?




NEW YORK - Per la prima volta in 70 anni di storia, Glamour sceglie una first lady per la sua copertina. Nel numero di dicembre del celebre style magazine, che la premia per il suo impegno come mentore nei confronti delle giovani donne, Michelle Obama appare con un vestito rosso fiamma, un sorriso raggiante e una vistosa collana argentata: insomma, molto più top model che first lady.

Nell’intervista su Glamour, Michelle parla anche del proprio stile. "Le persone hanno sempre un’opinione sul mio look, ne hanno il diritto, soprattutto se sei la first lady, stai rappresentando la nazione", spiega, "Io nel vestirmi cerco prima di tutto di sentirmi bene con me stessa”, precisa, “poi considero ciò che le mie scelte possono riflettere sugli altri".

L’ossessione di Michelle per la moda è risaputa a tal punto che il celebre blog Huffington Post le ha dedicato addirittura una cliccatissima rubrica, che quotidianamente ne analizza i diversi look. E nel marzo scorso, a due mesi dall’insediamento del marito alla Casa Bianca, Michelle era apparsa anche sulla copertina del mensile di moda Vogue. Da allora, la lista delle copertine è stata impressionante: Essence a maggio, Prevention a novembre, e adesso Glamour. E prima ancora Newsweek nel febbraio 2008, Ebony a settembre 2009 e People nel febbraio 2009.

A solo nove mesi dal loro insediamento, gli Obama sono ritenuti responsabili di un revival dello stile “made in Usa” e “cheap and chic”. Durante tutta la campagna 2008 e fino al meeting di Pittsburgh Michelle è stata celebrata per la sua abilità di abbinare capi griffati (tra i suoi stilisti preferiti Narciso Rodriguez e Isabel Toledo) con pezzi e accessori più “low profile”, provenienti da H&M e J.Crew. Come dire che lo stile, come il cibo, è meglio se “locale” e non richiede di investire un patrimonio.


Soprattutto dopo la copertina di Vogue e l’approvazione della guru della moda Anne Wintour, che l’aveva definita “inspiring”, i media l’hanno osannata e le hanno attribuito doti magiche nel far muovere le vendite dei grandi magazzini, nonostante la crisi. "E’ la nuova musa. Il volto della donna che ora come ora non può spendere", ha dichiarato sulle pagine del Washington Post la celebre esperta di moda Alice Stephenson. E a settembre People l’ha addirittura eletta “una tra le 10 donne meglio vestite al mondo”, per il suo “glamour accessibile”.


Ma recentemente qualcuno ha cominciato a parlare del narcisismo di Michelle. Ad aprile scorso, avevano fatto scalpore le sneakers di Lanvin da quasi 600 dollari indossate dalla first lady mentre serviva il cibo ai senzatetto. E dalle pagine di RealClearPolitics, George Will nota come nei discorsi di Copenaghen per sostenere la candidatura di Chicago di fronte al Comitato Olimpico, gli Obama “hanno parlato soprattutto di se stessi… nella sua arringa di 41 frasi, Michelle Obama ha usato i pronome “io” e “me” 44 volte”.


La copertina di Glamour è solo la goccia che potrebbe far traboccare il vaso. Se non correggerà il tiro, Michelle rischia di passare alla storia come un “empty suit”, un vestito vuoto, per usare l'odioso termine coniato durante le primarie democratiche dai rivali per descrivere il marito Barack. Dopo la femminista Hillary e la bibliotecaria Laura l’America non glielo perdonerebbe.


Se Carla Bruni è la prima top model a reinventarsi come first lady, non è detto che Michelle non riesca a fare il contario.

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