Le responsabilità «PRESENTANO IL CONTO»
Uno studio canadese documenta i pro e i contro dell’occupare posizioni di rilievo nel mondo del lavoro
MILANO – Essere tra «quelli che contano», o semplicemente tra chi comanda, nell’ambito del lavoro ha certamente i suoi bei vantaggi. Al di là dei benefici economici e delle varie eventuali agevolazioni, chi occupa le poltrone del potere ha spesso anche la fortuna – rispetto al normale dipendente – di potersi dedicare a compiti più stimolanti e interessanti. Tuttavia, proprio i lavoratori con maggiore autorità sono anche coloro che più spesso soffrono di problemi psicologici e fisici che finiscono sostanzialmente con l’annullare i benefici dati dalla loro posizione.
LA RICERCA – È uno studio condotto da un team di sociologi dell’Università di Toronto a spiegare infatti che le persone che detengono il potere – chi in sostanza controlla il lavoro degli altri e dice loro cosa devono fare e decide chi assumere e chi licenziare – finiscono sovente con l’avere problemi di salute causati dallo stress derivante proprio dalla responsabilità data dal ruolo rivestito.
PARADOSSO – L’indagine canadese (basata sui dati di un sondaggio nazionale condotto su circa 1.800 cittadini americani impiegati in diversi settori) documenta gli effetti negativi portati dai ruoli autoritari. Il professor Scott Schieman – coautore dello studio assieme a Sarah Reid – spiega infatti che chi comanda si trova spesso in conflitto con gli altri e fatica a separare il lavoro dalla vita personale: elementi, questi, che oltre a causare sofferenza a livello psicologico provocano rabbia e portano a un indebolimento della salute. In sostanza, Schieman e Reid hanno dimostrato che –nonostante i benefit e la maggiore serenità che dovrebbe conseguire dall’occupare posizioni di rilievo – chi comanda non sta meglio (in termini di salute) di chi il potere non ce l’ha.
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