Cosa hanno in comune un ferroviere di Monticiano, provincia di Siena, e un geometra di Cuneo? Molto più di quanto si possa pensare. Perché entrambi sono diventati padroni del proprio universo. Possibile, dato che lo sport non è solo numeri e business. Lo sport è anche alea, fiuto e competenza, agonismo e cattiveria non solo agonistica. E' qualcosa di impalpabile che non si studia a scuola, semmai si impara per strada.
Per Moggi e Briatore sono stati elaborati paragoni eccessivi, che sconfinano nella cronaca nera. Invece sono semplicemente uno lo specchio dell'altro, il fine che giustifica i mezzi e tutta la competenza che serve per realizzarlo. Senza guardare in faccia a nessuno. Mai. Una vita sul filo, scomodi, braccati, esposti, chiacchierati. Un comune delirio di onnipotenza che li ha alla fine portati apertamente fuori dalle righe della legge.
Una ferita piccola come un telefono cellulare sotto controllo o un contratto stracciato in faccia a un pilota brocco ed ecco che sono arrivati altri squali. Perché Max Mosley non è meglio di Flavio Briatore da nessun punto di vista, men che meno quello morale. E dato che anche lui verrà presto mangiato, ecco che esce di scena regolando brutalmente tutti i conti sospesi coi suoi nemici. Terra bruciata. La McLaren e Ron Dennis sono già stati sistemati. Adesso rotola nel cesto la testa di Briatore. Infine, vedrete, toccherà in un modo o nell'altro alla Ferrari. La Formula Uno è farsa pura in un mondo carnevalesco come quello sportivo. Mosley sta già puntando il ventre molle della Rossa: il suo prossimo pilota, Fernando Alonso, tirato dentro per i capelli nell'ultima discarica, il caso – Piquet.
La vita di Briatore è un viaggio, un'arrampicata se preferite, che parte da un ristorante rilevato nel cuneese dal nome premonitore, Tribüla, presto chiuso per eccesso di debiti. Poi la palude della vendita di polizze assicurative porta a porta. Ma del resto Roman Abramovich non faceva forse il piazzista di paperelle di gomma e altri oggetti di plastica da arredobagno prima di entrare nel dorato mondo delle privatizzazioni post-sovietiche? Altre storie… Flavio non è diventato signore del petrolio ma ha invece attraversato i fiumi scuri – e a oggi ancora piuttosto torbidi - della cronaca finanziaria e giudiziaria. All'inizio collaborando con un finanziere locale e costruttore edile, Attilio Dutto, che aveva rilevato la Paramatti vernici, azienda già di proprietà di Michele Sindona. Il 21 marzo del 1979, Dutto viene assassinato a Cuneo con una bomba collegata all'accensione della sua auto. La verità sul caso non verrà mai accertata. Ma per Briatore è la svolta. Cavalcando l'onda della fortuna, si trasferisce a Milano dove inizia a frequentare la Borsa. Viene coinvolto nel crac della CGI (Compagnia generale industriale).
Viene condannato in primo grado ad 1 anno e 6 mesi a Bergamo e a 3 anni a Milano, accusato di essere a capo di quello che i giudici chiamarono il gruppo di Milano che aveva il delicato compito di agganciare clienti di fascia alta e di truffarli. Briatore non fa un solo giorno di carcere poiché si rifugia per tempo a Saint Thomas, nelle Isole Vergini, per poi tornare in Italia dopo un'amnistia.
Poi ecco le vette, i motori, il sultanato della Formula Uno. All'inizio degli anni novanta viene nominato direttore sportivo della Benetton . Ma è bravo, ha talento e fiuto, non sbaglia un colpo. Nel 1994 e nel 1995 vince il mondiale con Michael Schumacher, da lui fortemente voluto. Quando Schumacher ed alcuni tecnici emigrano alla Ferrari nel 1996, il team affonda. Benetton lo licenzia nel ‘97 versandogli una montagna di soldi di buonuscita. Ma Flavio ha amici importanti con lo stesso pelo sullo stomaco, a cominciare da Bernie Ecclestone. Dal 1998 al 2000 Briatore si occupa della vendita della Supertec, azienda proprio di Ecclestone, che forniva motori Renault a 3 Team. Quando la Benetton è venduta definitivamente alla Renault nel 2001, Briatore viene nuovamente assunto come Direttore Esecutivo.
Nel frattempo con Bernie fa altri affari, compreso lo sbarco sul pianeta del calcio britannico. Insieme nel 2007 comprano il Queens Park Rangers, dopo aver tentato senza successo di prendere il Palermo. Vi risparmiamo volentieri le storie di donne e di locali alla moda, fatti suoi soldi pure, beato lui. Quasi fisiologico che un viaggio così si concluda con uno schianto telecomandato, quello del brocco e vendicativo Nelsinho Piquet che lo incastra. I verbali dell'interrogatorio di papà Nelson raccontano di uno scambio di battute tra l'ex campione brasiliano e Bernie Ecclestone: Piquet gli racconta tutto e domanda come si deve comportare. Bernie, l'amico di Flavio, suggerisce: "Non dire nulla alla stampa… e fottilo". Detto, fatto. Briatore è radiato. Vedremo se e come riuscirà a continuare ad operare con una società che gestisce diversi piloti, tra i quali Kovalainen, il talento del Gp2 Petrov. E Fernando Alonso.
fonte
Nessun commento:
Posta un commento