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13 ago 2009

Superenalotto, la vita dopo la vittoria


Soldi in banca per i figli oppure fanno finta di niente, «tutti ti chiedono un aiuto»
Nella maggior parte dei casi continuano con le abitudini di sempre perché «i soldi non fanno la felicità»



MILANO- Su una cosa sono tutti d'accordo: «I soldi non fanno la felicità». Parola di chi, da un momento all'altro, è stato baciato dalla dea bendata e ha fatto una vincita milionaria. Dopo l'emozione iniziale e avere la possibilità di realizzare il sogno nel cassetto, come continua la vita da fortunato e ricco?

I FORTUNATI- Nella maggior parte dei casi, i nuovi Paperon de' Paperoni preferiscono passare inosservati, non cambiare vita e magari neanche lasciare il lavoro. È il caso di Federico Campion. Il 24 marzo del 2007 ha vinto un milione di euro al bar del suo paese, Zenson di Piave, in provincia di Treviso. Faceva il muratore e continua a farlo. «Perché avrei dovuto cambiare? Mi piace il mio mestiere. E i soldi non sono tutto». Oggi la vincita «è conservata in banca. Così ho assicurato il futuro di mia figlia». Non si è comprato nulla, non ha realizzato alcun sogno. Eppure quel gruzzoletto glielo avrebbe consentito. Ha aiutato un amico, «non avrei mai potuto rifiutare» e per il resto nulla. «L'auto? Sì l'ho cambiata, ma ne ho scelto una più piccola. Per quelle grosse troppe manutenzioni da fare». E poi un piccolo consiglio: «I soldi sono uno strumento per avere quello che si ha bisogno». Perle di saggezza che sono condivise con tutti gli altri.

I FALSI- Allo Stradera, quartiere popolare di Milano, ancora cercano tutti i dieci fortunati che nel 2005, in condivisione, hanno vinto 72 milioni di euro. «Gli annunci non si fanno, altrimenti ci sarebbero centinaia di persone alla porta per chiedere una mano», spiegano. Ed ecco che però qualcuno se ne approfitta: «All'argentiere, un cliente gli aveva detto di essere lui il vincitore. Ha comprato un sacco di merce dicendo che avrebbe pagato in un secondo momento. È sparito nel nulla». Poi ci sono i fortunati veri. Come i titolari del bar tabacchi anche loro nel gruppo baciato dalle dea bendata. Comprata la casa dove vivevano «per il resto la vita non è cambiata. Magari vacanze più lunghe e in posti più esotici». Poi c'è Mario (vuole mantenere l'anonimato) che con i suoi 7,2 milioni di euro è tornato in Puglia «per mettere a posto la casa paterna». In fuga dalla città. Ma c'è anche chi preferisce usare la vincita per aiutare gli altri. È stato il caso di Luciano De Santi. Nel 1997 si è aggiudicato il biglietto vincente della lotteria di Genova. Due miliardi di lire. In parte donati agli otto coraggiosi protagonisti che il 9 maggio dello stesso anno conquistarono il campanile di San Marco a Venezia. «Il resto è stato messo da parte»

ALL'ESTERO- Dall'Italia all'Inghilterra. Il trend non cambia. Angela Kelly, vincitrice nel 2007 di oltre 35 milioni di sterline, non ha cambiato abitudini. Vive ancora nella casa a due stanze. E va nello stesso parrucchiere nei sobborghi di Glasgow. Stessa situazione per Brian Caswell (25 milioni di sterline) che continua a prendersi cura del suo orto, mentre Joanne Gilbert (11) è tornata a lavare le lenzuola. E anche loro si uniscono al coro. «I soldi risolvono problemi, aiutano con i pensieri. Non fanno, purtroppo, la felicità».

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