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21 apr 2009

Le compagnie petrolifere scalano le classifiche di Fortune


New York – Le compagnie petrolifere regnano sulla Corporate America: la classifica delle Fortune 500, le più grandi aziende statunitensi per fatturato, ha premiato ExxonMobil, che si è impadronita dello scettro da due anni appannaggio del gigante dei grandi magazzini a basso costo Wal-Mart. Alle loro spalle, completando l'ascesa di Big Oil, si sono assestate la Chevron e la ConocoPhillips.



Strano Vero?!?

La classifica dei profitti
Le compagnie petrolifere guidano anche la classifica delle società che nel 2008 hanno realizzato più profitti. Exxon e Chevron, in particolare si aggiudicano la prima e la seconda posizione. Seguono Microsoft e GE. Solo quinta Wal-Mart. I nomi delle società che hanno subito le perdite più alte sono noti alle cronache finanziarie degli ultimi mesi: AIG, Fannie Mae, Freddie Mac, General Motors, Citigroup, Merrill Lynch. Segue Conoco che, a dispetto della quarta posizione nella classifica principale, quella per fatturato, paga il costo troppo alto delle acquisizioni.

Fortune 500
Exxon, nonostante la crisi, ha travolto la concorrenza grazie a un aumento del 19% nel suo giro d'affari, che nel 2008 ha sfiorato i 443 miliardi di dollari. Wal-Mart ha cercato di difendere il proprio primato ma l'incremento del 7% ragistrato nelle vendite, a 406 miliardi, non è bastato a tener testa alla marcia del gigante dell'oro nero. Chevron e Conoco, da parte loro, hanno visto il fatturato lievitare rispettivamente del 25% e del 29 per cento. E re petrolio ha dominato anche la classifica delle società più redditizie d'America: Exxon si è aggiudicato questo confronto dall'alto di profitti per 45,2 miliardi, davanti alla Chevron con 23,9 miliardi.
La crisi e la spinta al cambiamento per superarla, però, oltre alle classifiche hanno scosso i vertici della Corporate America: nel 2008 sono aumentate le donne sulle poltrone di amministratore delegato delle Fortune 500, oggi 15 anzichè dodici. La più potente è forse Patricia Woertz, al comando della Archer Daniels Midland, il leader agroalimentare al 27esimo posto per giro d'affari. E' affiancata, tra le altre, da Angela Braly, chief executive dell'assicurazione sanitaria WellPoint, da Lynn Elsenhans del gruppo petrolchimico Sunoco, da Indra Nooyi di PepsiCo e da Irene Rosenfeld di Kraft Foods.

La classifica basata sulle offerte di lavoro
Una classifica speciale, forse la più seguita in tempi di crisi, è stata inoltre compilata sulla base delle offerte di lavoro: a metà aprile erano 28 le società che avevano in programma almeno 150 assunzioni, da Wal-Mart, con migliaia di posizioni disponibili, fino al protagonista tecnologico Hewlett-Packard e ad una finanziaria del calibro di Bank of America.
Questi exploit, tuttavia, non hanno potuto mascherare un anno molto difficile per le aziende americane: i 500 "marchi" classificati dalla rivista Fortune hanno complessivamente subito una riduzione dell'85% negli utili, a 645,2 miliardi. E ben 128 tra loro, più del doppio dei 57 dell'anno scorso, hanno denunciato perdite totali per quasi 520 miliardi. La classifica dei passivi è stata guidata dall'assicurazione Aig con 99,3 miliardi, seguita dai colossi dei mutui immobiliari Fannie Mae e Freddie Mac, da General Motors e da Citigroup. Persino un gigante del greggio non è stato risparmiato: ConocoPhillips ha pagato care acquisizioni sbagliate, finendo al settimo posto con 17 miliardi di perdite.
Preoccupante è stata anche la classifica dell'andamento in Borsa: soltanto 24 delle 500 grandi firme della Corporate America sono state in grado di mostrare rendimenti positivi. Questo drappello è stato capitanato da Dollar Tree: il gruppo specializzato nella vendita di prodotti da un dollaro, penultimo per fatturato, ha visto le azioni guadagnare l'anno scorso il 60 per cento.

ilsole24ore

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