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17 apr 2008

Petrolio ancora petrolio...


Mi ero ripromesso (o avevo sperato) di non affrontare più l'argomento, ma con queste notizie non potevo:

petrolio sopra i 115 dollari al barile, benzina a 1,40 al litro


Prosegue la corsa dei prezzi petroliferi, con il barile di West Texas Intermediate - principale riferimento per il mercato dell'oro nero - che aumenta il suo record a 115,45 dollari. Le impennate erano ripartite ieri, prima sulla scia dei nuovi cali del dollaro sull'euro - i futures sul greggio sono un modo per mettersi al riparo dal fattore cambi, e quando il dollaro cala diventano più appetibili per gli investitori non americani - poi a seguito dei cali delle riserve strategiche di greggio e benzine degli Usa. Ma proprio su questo punto gli analisti mettono in guardia da atteggiamenti schizofrenici del mercato.

Sulla scia del caro greggio prosegue la corsa dei prezzi dei carburanti con la benzina che sfonda quota 1,40 euro al litro. Secondo le rilevazioni di Quotidiano Energia la verde registra nei distributori della Shell, un rincaro di 0,004 euro al litro che ha spinto i prezzi di vendita consigliati ai gestori a quota 1,402 euro. Un livello che si attesta sui massimi storici e che - senza considerare lo sconto fiscale scattato nelle ultime settimane, pari a 2 cent al litro - porterebbe il prezzo a 1,422 euro, ai record cioè di tutti i tempi.


Uno dei fattori scatenanti delle ultime impennate del greggio è stato infatti il calo delle riserve Usa di benzine, 5,5 milioni di barili in meno, secondo quanto registrato per la scorsa settimana dal Dipartimento per l'Energia Usa. Una flessione ben superiore alle attese che interviene mentre vanno accumulate le scorte in vista della 'driving season' estiva.
Ma Victor Shum, analista della Purvin & Gertz a Singapore, rileva come il calo delle benzine risente anche di un indebolimento della domanda finale legato ai forti aumenti dei prezzi alla pompa. "Gli stessi dati del Dipartimento per l'energia mostrano che le scorte di benzine sono innanzitutto diminuite perchè i raffinatori non stanno ordinando greggio - spiega -. Le preoccupazioni per le forniture di benzine nella driving season potrebbero essere eccessive".
Nel corso della mattinata di oggi, negli scambi dell'after hours sul Nymex, il barile di Wti ha segnato un picco a 115,45 dollari, successivamente i futures in prima scadenza si attestano in rialzo di 13 cents rispetto alla chiusura ufficiale di ieri, con il barile di Wti a 115,06 dollari. Quota 115 era stata già oltrepassata nella seduta di ieri. Stamattina sulla piazza internazionale di Londra il barile di Brent, il petrolio del Mare del Nord, aumenta di 26 cents a 112,92 dollari.
Ad alimentare le tensioni di mercato anche i rischi di un consistente calo della produzione della Nigeria, primo esportatore dell'Africa continentale, riferiti oggi dal Financial Times che cita un rapporto dei consulenti del governo locale.
Senza investimenti adeguati, un terzo della produzione del paese rischia di evaporare entro il 2015.


sole24ore

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