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3 dic 2007

Manager made in USA


L'anno nero dei manager Usa: 1.200 licenziati
di Marco Valsania

Nelle stanze dei bottoni della Corporate America la peggior bufera deve ancora arrivare, nei servizi finanziari ma non solo. Parola di John Challenger,l'amministratore delegato della Challenger, Gray & Christmas, società leader nell'outplacement e depositaria delle più accurate statistiche sugli annunci di licenziamenti, compresi i cambi della guardia al vertice delle aziende. Con dimissioni, pensionamenti e cacciate di chief executive officer che in 10 mesi hanno raggiunto quota 1.140 (a fine novembre il conto dovrebbe essere salito a 1.200), il cambiamento marcia ad un passo inferiore rispetto al record dell'anno scorso, quando nello stesso periodo erano saltati 1.234 Ceo e nell'intero 2006 ben 1.478. Ma inferiore di poco e, con la paura di recessione che incombe, il bilancio 2007 potrebbe superare quota 1.500. Insomma, quattro "partenze" al giorno. «Assisteremo a tante partenze eccellenti - dice Challenger legate più o meno direttamente alla crisi di credito e finanza».
Le dimissioni annunciate a sorpresa venerdì sera dall'amministratore delegato della Motorola Ed Zander sono del resto l'ultima conferma di quanto sia elevata la pressione del mercato sui vertici della Corporate America. Zander non è riuscito ad arginare l'avanzata della Nokia e della Samsung sul mercato dei cellulari, diventando così il secondo amministratore delegato costretto a lasciare la Motorola negli ultimi quattro anni. E un destino analogo era toccato subito dopo l'estate all'a.d. di Yahoo!, a cui il mercato ha rimproverato di non aver saputo contrastare adeguatamente la sfida di Google.
La rivoluzione dei vertici delle aziende americane è insomma in atto. E a cambiare non saranno solo volti e nomi, ma anche i pedigree dei candidati ai posti di comando. Gli amministratori delegati dell'era della crisi dovranno incarnare nuove priorita': «Stiamo uscendo da un periodo di espansione, dove i vertici erano orientati alla crescita, allo sviluppo, alle vendite - spiega Challenger - per entrare in una fase di cautela, che premia chief executive abili nella gestione del rischio, con esperienza operativa nel loro settore, con messaggi di efficienza e contenimento dei costi ». Non basta. I vertici della Corporate America saranno sempre piu' internazionali: «Un crescente numero di aziende guarda oltreconfine quando cerca top executive, spinto da favorevoli condizioni globali per il proprio business alimentate dall'indebolinento del dollaro». La caccia a nuove opportunità e mercati passerà così dalle poltrone dei Ceo, con casi quali quello dell'indiana Indra Nooyi alla PepsiCo che diventeranno sempre piu' comuni. E Challenger crede che tra i bacini di futuri dirigenti di colossi statunitensi ci sara' anche l'Europa.
I recenti terremoti ai vertici hanno gia' tenuto a battesimo questa nuova generazione di amministratori delegati. A Merrill Lynch l'aggressivo Stan O'Neal e' stato rimpiazzato da John Thain, che vanta una carriera iniziata nei titoli legati ai mutui una delle radici della crisi - e che ha guidato con calma la trasformazione del New York Stock Exchange in borsa globale. Alla Motorola il neopromosso Greg Brown, al contrario del predecessore Ed Zander, dispone di una lunga esperienza nelle telecomunicazioni. E a Citigroup, archiviata la gestione di Chuck Prince la cui carriera era decollata come consigliere legale del creatore dell'attuale gruppo Sandy Weill, il candidato interno piu' accreditato alla leadership e' il cinquantenne Vikram Pandit, nato a Mumbai in India. Sia a Merrill che a Citigroup, inoltre, la transizione a nuovi vertici e' passata per mani internazionali, in particolare europee: nel primo caso quale presidente non esecutivo a interim e' stato nominato il finanziere Alberto Cribiore, nel secondo quale Ceo temporaneo e' arrivato il britannico sir Win Bischoff.
Altre opportunita' di rinnovamento non tarderanno. Nel corso del 2007 i settori con il piu' elevato turnover di Ceo sono stati i servizi sanitari, gli enti pubblicio non profit, informatica, finanzae media. Nel mondo della finanza, un prezzo altissimo è stato pagato anche da dirigenti medio-alti, broker, funzionari e impiegati: quest'anno sono svaniti quasi 150.000 impieghi, piu' del massimo storico di 116.647 del 2001.


sole24ore

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