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30 nov 2007

La comunicazione è femmina



La comunicazione negli ultimi dieci anni si è trasformata da “accessorio” nel successo delle organizzazioni a funzione aziendale essenziale, indispensabile per l’affermazione di queste nei propri settori di riferimento. In questo percorso, un ruolo da protagoniste, a volte inconsapevoli, è stato svolto dalle donne che negli ultimi cinque anni hanno raggiunto quota 70% degli addetti nell’universo della comunicazione.

Secondo quanto emerso dall’indagine “Donna e comunicazione: valore e trasparenza” realizzata dal Censis Servizi per la Fondazione Marisa Bellisario, con il contributo di Capitalia, nelle medio-grandi aziende italiane sono donne il 71% di addetti nell’area comunicazione e quasi il 74% nell’ufficio stampa, in netta crescita in quest’ultima (le impiegate erano poco più del 59% nel 2002). Anche negli Urp provinciali, in un ambito quindi di tipo istituzionale, il 62% degli addetti è donna (+10% rispetto al 2002) e il 66,6% dei responsabili degli stessi uffici è di sesso femminile (41,6% cinque anni fa).

Quello della comunicazione è, inoltre, l’unico comparto aziendale in cui si registra una consolidata maggioranza di donne anche ai vertici della piramide organizzativa. Oggi, il 77,8% dei dirigenti dell’area comunicazione e il 55,6% dei responsabili degli uffici stampa sono donne, nel 2002 erano in entrambi i casi il 38,9%. Si tratta di una vera e propria peculiarità di questo settore, anche se la leadership femminile all’interno delle varie funzioni aziendali guadagna terreno e fa ben sperare anche in settori come produzione o ricerca & sviluppo, (dove le donne avanzano però lentamente) e soprattutto nel marketing (il 44,4% del totale, +22% rispetto al 2002) e nelle risorse umane (38,9% di direttrici, +16,7% rispetto a cinque anni fa).

Le professioniste della comunicazione intervistate hanno individuato anche i fattori vincenti e gli errori da evitare per le donne che lavorano in questo ambito. Secondo le interpellate, gli ingredienti del successo al femminile sono, in ordine di priorità, la tenacia e la determinazione, la chiarezza di vedute e la tensione verso l’obiettivo, una formazione continua, l’intuito, nonché l’eticità e l’onestà intellettuale.

Esistono, inoltre, alcune peculiarità, indicate come insite nel dna femminile, che se ben utilizzate possono rappresentare una marcia in più per lavorare al meglio in questo settore. Sono: la creatività, intesa anche come poliedricità, capacità di destreggiarsi e di risolvere ogni situazione dosando fantasia e concretezza; il senso del gusto e dell’estetica, perché per lavorare in questo ambito bisogna anche saper trasmettere emozioni; la versatilità e la precisione, se non si trasforma in ansia di perfezionismo.

I fattori che invece possono penalizzare sono l’eccessiva emotività, una scarsa preparazione, l’atavica dipendenza dagli uomini (che si traduce a volte in insicurezza), l’eccessivo carrierismo e la già citata ansia di perfezionismo.

Un altro elemento, una lacuna che sembra essere tutta italiana, può ostacolare la crescita professionale delle donne che lavorano nell’ambito della comunicazione: la scarsa capacità di coalizzarsi, di fare gruppo, un difetto che – a detta delle interpellate – risulta ancor più dannoso nel nostro Paese dove, ancora più che in altri, sussistono discriminazioni da parte degli uomini nei confronti delle colleghe, peraltro spesso più impegnate a essere competitive tra loro che non a darsi una mano vicendevolmente.

Secondo le professioniste intervistate nella ricerca per la Fondazione Marisa Bellisario, il futuro della funzione comunicazione potrebbe svelarsi comunque insidioso. Secondo le esperte del settore si prospetta un necessario rallentamento del trend tutto al femminile che ha caratterizzato quest’ambito. Con la comunicazione diventata dichiaratamente strategica e le competenze ben delineate, sarà la qualità del messaggio a risultare vincente.

E se le donne hanno in sé le caratteristiche essenziali per continuare il percorso di successo degli ultimi anni, ci si attende una crescente competitività nell’area comunicazione da parte dei colleghi uomini. Il suggerimento delle professioniste? Meritarsi il successo attraverso studi e formazione continui e valorizzare la propria professionalità e la propria competenza, anche attraverso uno spiccato senso di responsabilità, una forte trasparenza della comunicazione e l’innovazione.

Paola Viglietti

(fonte: monster)

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