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29 dic 2007

Business Technology


Dopo la pausa natalizia ecco alla carica con i nuovi post...
prima della consueta festa di fine anno.

Tanti auguri ancora e che i nostri sogni possano realizzarsi!

McKinsey: ecco come le "business technology" cambieranno l'economia
di Gianni Rusconi

La tecnologia, da sola, è raramente la chiave per creare valore: le aziende generano ricchezza quando combinano le risorse tecnologiche con nuovi modelli per fare business. Con questa premessa, certo non nuova ma sicuramente sempre attuale, i ricercatori di McKinsey hanno inquadrato il ruolo dell'hi-tech negli anni a venire quale propulsore per lo sviluppo dell'economia. I ricercatori della società americana hanno evidenziato otto diversi trend e li hanno ordinati in tre distinte aree di attività: gestione delle relazioni, gestione degli asset (e dei capitali) e nuove leve di gestione delle informazioni. Di seguito ne riportiamo i principali.
L'innovazione: un asset da cercare (e condividere) all'esterno dell'azienda La prima scommessa da vincere all'interno di ogni singola organizzazione, questo il punto numero uno del vademecum di McKinsey, è l'utilizzo evoluto delle tecnologie Internet per raccogliere le dinamiche innovative presenti al di fuori dei confini aziendali. I nuovi prodotti, nella consumer electronics come nell'industria automobilistica, vanno sempre intesi come il frutto delle indicazioni di un ampio spettro di soggetti - clienti/utenti, fornitori, consulenti, uomini di business, figure tecniche – ma rispetto al recente passato si deve guardare a un modello di "co-creation", di distribuzione all'esterno (verso la rete dei partner dell'azienda) dei processi di innovazione. Come? Sfruttando le risorse disponibili nella catena del valore e delegando ad essa parte del controllo delle attività operative, riducendo i costi ed eliminando i colli di bottiglia di una gestione del tutto centralizzata. Gli esempi cui riferirsi per l'outsourcing dell'innovazione, dice McKinsey, sono vari e se il software open source (Linux) e i contenuti editoriali sono quelli più calzanti anche l'industria manifatturiera ne è assolutamente interessata. La cinese Loncin, uno dei più grandi produttori di motociclette del Paese asiatico, che lascia ai propri fornitori il compito di disegnare in modo congiunto i componenti (tramite un sistema Cad condiviso in Rete) una volta definite le specifiche di base, ne è una conferma. E se questo nuovo approccio all'innovazione di prodotto "distribuita" verrà accettato in modo esteso – gli analisti stimano che circa il 12% delle attività di R&D delle compagnie americane potrebbe essere presto interessato dal fenomeno - l'impatto sull'economia globale potrà essere sostanziale
Consumatori e talenti: una risorsa da cogliere (con il Web 2.0) Altro passaggio obbligato è quello della "consumerization", dell'ingresso sempre più diffuso delle abitudini (e dei dispositivi) consumer nel tessuto aziendale; un modello teorizzato da Gartner che nella visione di McKinsey si manifesta con la co-creazione di prodotti e servizi tramite l'utilizzo dei consumatori come veri e propri innovatori. L'enciclopedia on line Wikipedia è solo l'esempio più noto di come Internet, e il Web 2.0 in particolare, stanno cambiando la natura delle interazioni personali e professionali e l'estesa piattaforma di strumenti di comunicazione e di collaborazione ad esso associato (instant messaging, video e via dicendo) può diventare una risorsa economica importante per le aziende. Il negozio on line di capi di abbigliamento Threadless, che chiede regolarmente ai consumatori iscritti alla propria Web community suggerimenti per il design delle nuove T-shirt (premiando in vari modi i vincitori di tali concorsi), è una testimonianza eccellente di come il business virtuale abbia generato valore anche nel mondo reale, concretizzatosi nel caso specifico con l'apertura del primo negozio a Chicago lo scorso settembre. Coinvolgere - in modo oculato e controllato - i clienti nello sviluppo, il testing, la promozione (con appropriate tecniche di viral marketing) e i processi di post vendita dei propri prodotti/servizi è in definitiva la nuova ricetta per essere "time to market" e soddisfare la reale domanda degli utenti. Abbattendo i costi e sviluppando nel contempo maggiore fiducia nei consumatori.
Il terzo anello della catena dell'innovazione "distribuita" è infine costituito da coloro – liberi professionisti della finanza come piccole e specializzate software house (McKinsey cita fra queste la statunitense TopCoder) - che mettono a disposizione delle aziende, e da qualunque parte del mondo, il loro "valore". Capire e valorizzare il capitale umano disponibile internamente e sviluppare competenze per ingaggiare talenti e per tessere relazioni con "innovation service provider" su scala globale diventa quindi una delle priorità nell'agenda di multinazionali come di piccole e medie imprese. Va maturata la consapevolezza, sostengono in McKinsey, che il vantaggio competitivo si sposterà verso quelle compagnie che meglio sapranno fare propria l'arte di scomporre e aggregare risorse interne ed esterne. Il processo di trasformazione delle attività lavorative nelle economie altamente sviluppate è del resto già in corso e lo prova il fatto che già oggi il 40% (percentuale che salirà al 44% entro il 2015) degli addetti impiegati nelle aziende Usa sono impegnati in attività di interazione, dediti cioè a lavori che riguardano la gestione di relazioni, attività di collaborazione e conoscenza. Con il Web 2.0 e i "tool" di social networking a giocare un ruolo decisivo in questo processo di evoluzione.
Automazione e Ict per abbattere le "barriere" fra produzione e distribuzione Automatizzare risorse e processi è stato l'imperativo degli anni '90 e dei primi anni 2000. Oggi i sistemi Erp (Enterprise resource planning) e di Crm (Customer relationship management), i grandi database, le tecnologie di supply chain e i siti Web sono fra loro interconnessi per lo scambio dei dati e costituiscono di fatto i processi di business sottoforma di bit e byte. Domani tutte le informazioni in essi residenti dovranno essere combinate in modi evoluti, così da migliorare l'attività aziendale a tutti i livelli. E alcuni esempi di questa trasformazione necessaria sono noti: giganti come FedEX e Ups consentono da anni di controllare lo stato delle consegne direttamente via Internet con il risultato di aver ridotto sensibilmente i costi di servizio e aumentato la soddisfazione e la fidelizzazione dei propri clienti. Carrefour, Metro, Wal-Mart e vari altri grandi catene retail hanno già adottato - e hanno chiesto ai propri fornitori di farlo - tecnologie digitali per il riconoscimento dei prodotti (tag Rfid in particolare, il cui costo è sceso sensibilmente negli ultimi 18 mesi) ottenendo significativi risultati sotto il profilo dell'automazione delle rispettive filiere di fornitura e dei processi di inventario. In futuro, questo è quanto auspica McKinsey, le aziende dovranno intervenire su procedure e attività ripetitive ancora oggi non gestite via computer e collegare in rete fra loro "isole operative" per generare nuovo valore per l'azienda (minori costi di gestione) e per gli utenti/consumatori (migliore e più semplice e veloce accesso ai prodotti/servizi desiderati).
Liberalizzare i sistemi It Le tecnologie Ict, inoltre, dovranno aiutare le imprese a utilizzare i propri asset fissi in modo più efficiente, disaggregando i sistemi monolitici del passato in componenti altamente misurabili sotto il profilo dei costi. Nuovi modelli di gestione dovranno quindi essere adottati su larga scala sulla scorta di esperienze di successo come Amazon.com, che ha esteso il proprio "business model" abilitando altri retailer all'uso dei suoi servizi di logistica e distribuzione. I cosiddetti Mvno (Mobile virtual-network operator), destinati a recitare un ruolo da protagonisti nel mercato dei servizi wireless pur non essendo dotati di infrastruttura di rete propria, sono un'altra faccia della stessa medaglia. Il concetto di base è in sostanza quello di liberalizzare (McKinsey parla infatti di "unbundled production" e "unbundling works") l'accesso ai propri sistemi It ad altri attori esterni l'azienda, utilizzando Web services e protocolli aperti per automatizzare le attività di fornitori, clienti e degli altri componenti dell'ecosistema aziendale. Tutti chiamati a interagire in un mondo che coniuga sia elementi fisici che risorse e asset virtuali all'insegna della massima economia di scala.

sole24ore

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