Il señor Slim Helù guadagna 2,2 milioni di dollari ogni ora
L’uomo d’oro del Messico ha il terzo patrimonio del mondo
In una nazione dove la maggioranza della popolazione vive con due dollari al giorno Carlos Slim Helù accresce la propria fortuna personale di 2,2 milioni di dollari ogni ora ed a chi gli rimprovera di essere diventato potente grazie ad ambigui legami con la politica lui risponde di essere un figlio di immigrati, che deve tutto a genio e lavoro.
È questo il ritratto del miliardario messicano inserito dal magazine Forbes al terzo posto nella classifica dei più ricchi del Pianeta - dietro agli americani Bill Gates e Warren Buffett - grazie ad una fortuna personale che sfiora i 50 miliardi di dollari, per la precisione 49 - ma che fa notizia soprattutto per la velocità con cui si moltiplica: nel corso del 2006 è aumentata di 19 miliardi ovvero il maggiore salto in avanti registrato da un super-ricco del Pianeta negli ultimi dieci anni. A conti fatti Slim equivale al 6,3 per cento dell’intero pil del Messico e se l’accelerazione dei profitti continuerà il prossimo anno finirà in testa alla classifica di Forbes perché gli unici due uomini del mondo più ricchi vanno avanti assai più lentamente e sono oramai a breve distanza: il fondatore di Microsoft Gates possiede 56 miliardi di dollari ed il finanziere Buffet ne ha 52.
Il fenomeno-Slim è però assai più apprezzato all’estero che non in patria, dove stampa e tv lo accusano di essersi fatto strada in maniera dubbia, grazie ad amicizie politiche ed accordi non chiari. I suoi 218 mila dipendenti e 49 miliardi di dollari sono il frutto del controllo di due giganti delle comunicazioni perché Slim possiede il 90 per cento di Telmex - linee fisse - e il 73 per cento di America Movìl - cellulari - grazie alle quali ogni politico nazionale lo considera un interlocutore indispensabile per disegnare le strategie economiche nazionali. Dal quotidiano di centrodestra «La Reforma» fino a trasmissioni tv come «La Verdad Sea Dicha» (La Verità sia detta) Slim viene descritto come un uomo d’affari senza scrupoli, spietato con gli avversari e insaziabile nella gestione tirannica del potere ovvero la cartina tornasole di una economia che resta dominata da un pugno di famiglie.
Ma le critiche non lo toccano più di tanto. Slim ama ricordare che il padre druso libanese Julian Slim Haddad Aglamaz fuggì da Jezzine in mano agli Ottomani nel 1902 per rifugiarsi a Città del Messico dove ricominciò da zero aprendo un negozio di alimentari. Fu il matrimonio con la figlia di un facoltoso commerciante messicano ad aprire a Julian Slim le porte del mercato immobiliare e del benessere, apprendendo una lezione che il figlio ha fatto propria: «Non importa quanto diventa brutta la situazione in Messico, questa nazione non sparirà mai e gli investimenti seri pagano bene». Di investimenti Carlos Slim Helù ne ha indovinati molti ma assicura di non avere affatto raggiunto una posizione dominante sul mercato telefonico: «In Messico le concessioni per le chiamate a lunga distanza sono 44, 26 offrono chiamate locali e 10 quelle da telefoni cellulari, la mia Telmex non è affatto un monopolio nè si comporta come tale», ha spiegato a Forbes.
Le polemiche tuttavia si fanno sentire e per sfuggire alla pressione dei media nell’ultimo anno ha scelto di imitare Bill Gates nello slancio verso la filantropia globale, versando 1,8 miliardi di dollari in una fondazione umanitaria che aveva creato ben 23 anni fa ma senza mai impegnarvi più di qualche milione di dollari. Ora Slim assicura che nei prossimi quattro anni i miliardi dedicati alla filantropia diventeranno 10, al fine di finanziare educazione e sanità tanto in Messico quanto in altre nazioni alle prese con la povertà.
Sebbene controverso e contestato Slim, nato a Città del Messico nel 1940, è il personaggio della classifica di Forbes che quest’anno ha rubato la scena ai volti più noti del Gotha della ricchezza, mettendo in ombra anche le altre novità contenute nella classifica stilata dal magazine americano: dal fatto che i 36 indiani sommando 191 miliardi di dollari hanno superato i 24 giapponesi fermi a 64 miliardi al decollo della Federazione Russa i cui 33 classificati combinano una ricchezza di 282 miliardi - in gran parte dovuta a greggio e gas - che incalza da vicino quella degli uomini d’affari tedeschi e fa apparire poca cosa i 68 miliardi degli 11 componenti della famiglia reale saudita inseriti nella top-list. La Russia vanta anche il maggior numero di nuovi ricchi (20) seguita da India (14), Cina (13) e Spagna (10). Gli Stati Uniti restano comunque saldamente in testa alla classifica, tanto per numero di miliardari che per totale della fortuna: 415 nomi, 44 in più del 2006, che vantano un patrimonio complessivo di 1.360 miliardi di dollari. E New York è la città che somma il maggior numero di super-ricchi residenti: 40. La inseguono Mosca e Londra, rispettivamente con 25 e 23 abitanti (e contribuenti) di lusso.
La stampa
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