Il tempo trascorre veloce, come velocemente si è fatto strada nella vita e nel "sistema di potere" il banchiere Giampiero Fiorani.
Ripercorriamo la sua strada:
Quanto riportato fin qui non rende bene l'idea di quello che veramente era ed è Fiorani, delle relazioni che ha creato e della posizione che aveva ricoperto.
Per questo voglio riportare alcune delle sue frasi, alcune intercettazioni telefoniche così come i media lo hanno immortalato.
Cominciamo dalle accuse:
Andiamo ora alla rete di contatti che aveva creato:
ed in fondo per lasciare a lui stesso il compito di descrivere quel che è successo ecco l'intervento in Matrix del 15/10/2007 :
Archiviamo anche questa storia e questo uomo che si va a collocare tra gli uomini che hanno saputo creare qualcosa di unico ed eccezionale, anche se poi nel suo caso non è riuscito a mantenerlo!
In realtà, il suo patrimonio personale "dichiarato" e ora bloccato dagli inquirenti, ammonterebbe a 35 milioni di euro....cosa che lo fa vincere in ogni caso!
Ripercorriamo la sua strada:
Laureato in scienze politiche, è stato amministratore della Banca Popolare Italiana (già Banca Popolare di Lodi), banca da cui, nell'estate del 2005, partì l'inchiesta Bancopoli, seguita dai PM di Roma e Milano. È considerato uno dei "furbetti del quartierino".(da wiki)
Nel dicembre del 2005, a seguito degli sviluppi dell'inchiesta è stato arrestato. Tornato in libertà il 13 giugno del 2006, anche grazie all'indulto del 2006, passa i mesi successivi a liberarsi dalle accuse che pendono su di lui (il 68,4% dei soci della banca della quale era AD votano a favore per un'azione di responsabilità a suo carico).
Svolta clamorosa nell'estate del 2007: amico di Lele Mora (manager di artisti TV, anch'esso da poco uscito da un'inchiesta per favoreggiamento della prostituzione), viene ritratto in Sardegna nel discoteche più glam ed in compagnia di vallette ed artisti di varia natura. Si racconta di notti al Billionaire (il locale notturno di Flavio Briatore), intimità con l'attrice Naike Ravelli e di esibizioni al karaoke.
Gli illeciti alla Banca Popolare di Lodi
Dagli accertamenti della Procura e della Banca d'Italia [1] emerge che, da anni, Fiorani e soci si erano impadroniti del controllo totale dell'istituto della Banca Popolare di Lodi utilizzandolo sia per acquisire il controllo di altri istituti (Popolare di Crema), ma anche e soprattutto per acquisire ingenti vantaggi patrimoniali in favore proprio e di terzi, gestendo e operando in pieno arbitrio, nell'assoluta assenza e nella presumibile complicità di organi interni, esterni e soprattutto istituzionali. La procura ha inoltre accertato che, per coprire alcune perdite, i clienti inconsapevoli si ritrovavano d'improvviso un clamoroso incremento delle spese per commissioni. In questo modo, scrive sempre il gip Forleo, sono stati provocati ai piccoli risparmiatori della banca danni enormi. Inoltre è stato appurato che, alla morte del cliente se i parenti non intervenivano in tempi brevi alla chiusura del conto, venivano incamerati illegalmente dalla Banca.
Consigli ai truffati
In un intervista rilasciata il 14 Luglio su La Repubblica [2] Fiorani ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma "Con l'esperienza e le competenze che ho, mi vedo in una trasmissione utile a spiegare agli italiani come non farsi fregare dalle banche e dalle assicurazioni".
Quanto riportato fin qui non rende bene l'idea di quello che veramente era ed è Fiorani, delle relazioni che ha creato e della posizione che aveva ricoperto.
Per questo voglio riportare alcune delle sue frasi, alcune intercettazioni telefoniche così come i media lo hanno immortalato.
Cominciamo dalle accuse:
Un'"associazione criminosa" guidata da Gianpiero Fiorani che comandava la Banca Popolare Italiana quale "promotore e organizzatore" di comportamenti delittuosi e, a seguire, una schiera di esecutori, con compiti precisi. In alto, molto in alto, le protezioni, le coperture e i mancati controlli necessari a evitare problemi. Di questo e altro parla l'ordinanza del Gip Clementina Forleo che ha portato a San Vittore il banchiere di Lodi tanto amico del governatore di Bankitalia.(da repubblica)
Andiamo ora alla rete di contatti che aveva creato:
Ha giocato la sua carriera comprando banche. Ma non sarà ricordato come raider o scalatore. Né per aver detto di sé: «Non finirò all'inferno, ma mille anni in purgatorio». No. Gianpiero Fiorani passerà alla storia per aver inaugurato il melodramma del Governatore. Sono le 00.12 del 12 luglio 2005: Antonio Fazio ha firmato il via libera all'Opa della Popolare di Lodi su Antonveneta e telefona a Fiorani. Il quale reagisce così: «Tonino, sono commosso. Ho la pelle d'oca, ti darei un bacio in fronte». Ecco le parole che consegneranno il banchiere arrestato alla storia. Di lui si sapeva già che era il pupillo del numero uno di Bankitalia. Ma la telefonata testimonia una inaspettata intimità.(dal corriere)
Intimità familiare. Perché le intercettazioni hanno rivelato al pubblico anche la relazione tra Fiorani e la moglie del Governatore, Maria Cristina Rosati. Il 24 giugno la signora Fazio rassicura il banchiere. Che le dice: «Tu sei l'aquilone. Devi volare alto». E il 18 luglio i due parlano di un versamento. A chiarire sarà il senatore Luigi Grillo: «5 mila euro di beneficenza per i legionari di Cristo, nelle cui file milita la signora». E del resto la più giovane figlia di Fazio, Maria Chiara, ha preso i voti in settembre in un ordine femminile vicino agli stessi Legionari. Lo aveva preannunciato sempre Grillo. Il quale da due anni ha un conto presso la Lodi e un fido di 250 mila euro. Fiorani è di casa da Antonio e Maria Cristina. E' stimato dal figlio di Fazio, Giovanni, che parla di lui come uno dei migliori top manager del credito. Ma il banchiere che il Governatore ha scelto per difendere l'italianità di Antonveneta contro gli olandesi dell'Abn Amro è anche accorto nella scelta di presenti per la famiglia. Del tipo: una stilografica e una tv per il Governatore; collane e braccialetti d'oro per le figlie; un orologio per la signora Maria Cristina; qualche pezzo di argenteria. Una piccola montagna di omaggi che, prim'ancora di essere tributi del controllato al controllore, testimoniano familiarità.
Una consuetudine già esibita. Nelle passeggiate che hanno seguito il Forex. Nel 2002 la «prima» a Lodi, quest'anno a Modena: Fazio cammina con i suoi banchieri prediletti. A braccetto. Solo con una differenza: Fiorani e Gnutti ci sono sempre. Mentre Cesare Geronzi di Capitalia la seconda volta non compare. C'è dunque solo lui, «Gianpi», come lo chiama Maria Cristina. E' il massimo riconoscimento per la scalata: in banca, alle banche e al cuore di Fazio. Un tributo meritato. Perché il banchiere di Lodi ha sempre risposto sì al Governatore. E ha azzeccato le operazioni «giuste». Come quando quest'anno ha salvato il Credieuronord, banchetta della Lega, guadagnando per sé e Fazio il sostegno dei Lumbard.
Una mossa che rappresenta solo un capitolo della sua ascesa, a lungo inarrestabile. «Gianpi». 46 anni, comincia 28 anni fa «per caso» da bancario e diventa subito banchiere. Il takeover al potere ha inizio con l'acquisto della Rasini, di cui è stato direttore il padre di Silvio Berlusconi. Poi, con lo shopping di 21 istituti, «moltiplica» la Lodi. Finché la corsa si interrompe alle porte di Antonveneta. E lui, che ribattezza la banca in Popolare italiana, non passerà alla storia per aver salvato l'italianità del credito. Ma per per essere stato il banchiere del bacio, il più vicino a Fazio.
ed in fondo per lasciare a lui stesso il compito di descrivere quel che è successo ecco l'intervento in Matrix del 15/10/2007 :
(fonte rainews24)Ricucci, l'errore più grave
Il finanziamento da parte della Banca popolare italiana all'immobiliarista Stefano Ricucci per l'acquisto di azioni Rcs "è stato il mio più grande errore". Così Fiorani parla della scalata al Corriere della Sera, considerandola come l'errore principale della sua avventura finanziaria. Secondo quanto sostenuto da Fiorani, Ricucci avrebbe voluto offrire il suo pacchetto "a un imprenditore straniero, ritengo francese". "Ricucci - continua l'ex amministrazione della Bpl - aveva guadagnato qualcosa come 70-80 milioni di euro con azioni mordi e fuggi in Rcs". Per Ricucci, Fiorani ha detto di provare simpatia, pur sottolineando, senza riferimento esplicito, che "certe persone si dovrebbero ricordare da dove sono venute e dove sono arrivate e grazie a chi". Ma ha garantito che "dietro Ricucci non c'era nessun banchiere".
Geronzi e Tremonti, i principali nemici della scalata
A "Matrix", Fiorani afferma che la scalata della Banca popolare italiana alla Antonveneta era un'operazione che "non poteva stare bene a Geronzi e non poteva stare bene a Tremonti. Questo perchè l'ex governatore della Banca d'Italia, Fazio, avrebbe consolidato il suo ruolo". "Come si puo' pensare - ha poi osservato l'ex patron della Bpl - che un banchiere di provincia come me potesse minare una persona come Geronzi. La scelta di Fazio a favore di Fiorani era quasi un fatto di lesa maestà". L'ex amministratore delegato della banca lodigiana spiega così l'opposizione all'operazione da parte del presidente di Capitalia e dell'allora ministro dell'Economia. E aggiunge che "se avessi avuto di fianco a me Geronzi, non mi sarebbe capitato quello che è capitato. Devo chiedergli scusa perchè gli ho augurato più di un mal di pancia".
La promessa dell'opa su Antonveneta da parte della Banca d'Italia
La Banca d'Italia aveva promesso il via libera all'opa su Antonveneta da parte della Popolare Italiana. Fiorani ricostruisce la telefonata notturna del 12 luglio 2005 con l'ex governatore di Banca d'Italia. In quella telefonata, Fazio gli comunicò di aver firmato l'autorizzazione per il lancio dell'opa. "Erano 15 giorni che aspettavo con ansia - continua Fiorani - nonostante le promesse fatte non tanto da lui, quanto dalla struttura".
Il rapporto con Fazio
"Il governatore pensava di dover frenare l'operazione Antonveneta-Capitalia Abn Amro - ha detto l'ex amministratore lodigiano - Il progetto era di creare una banca competitiva e che potesse essere alternativa a Capitalia. E' stato in quel momento che si è sciolto il connubio fra Fazio e Geronzi e io ho preso il posto di Geronzi non nel cuore, ma nel cervello dell'ex governatore". "Fazio mi manca molto - ha continuato Fiorani - non mi sono mai più sentito con lui, non gli giova che in questo momento lo chiami. Immagino che la sua linea difensiva sia diametralmente opposta alla mia".
"Non ho ma rubato i soldi dei correntisti"
A "Matrix, Gianpiero Fiorani ha escluso anche qualsiasi "operazione di addebito arbitraria" per prelevare soldi dai correntisti, attribuendo allo "tsunami che era in corso all'epoca" le accuse di aver prelevato soldi dai conti correnti della sua banca e spiegando che il tariffario viene applicato su decisione del Cda. "Si faceva così da dieci anni - ha concluso - è tutto documentato dagli atti pubblici depositati".
Il rapporto con la politica
Nell'intervista a "Matrix", Fiorani ha inoltre chiarito i rapporti tra il mondo finanziario e quello della politica. "La finanza organizza le operazioni - ha detto l'ex patron della Popolare - e poi la politica segue, mentre altre volte insegue". "I miei rapporti con la politica sono stati inesistenti fino all'operazione Antonveneta - ha proseguito - il mio primo contatto con Berlusconi è stato quando ho illustrato l'operazione in Sardegna, a casa sua. Con altri politici ho sempre avuto rapporti trasparenti, ho salvato la banca della Lega Nord che in quel momento mi attaccava".
Archiviamo anche questa storia e questo uomo che si va a collocare tra gli uomini che hanno saputo creare qualcosa di unico ed eccezionale, anche se poi nel suo caso non è riuscito a mantenerlo!
In realtà, il suo patrimonio personale "dichiarato" e ora bloccato dagli inquirenti, ammonterebbe a 35 milioni di euro....cosa che lo fa vincere in ogni caso!
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