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8 ago 2007

Elite e Classi dirigenti in Italia



Vi indico questo libro che seppur non sia particolarmente scorrevole e chiaro (per la presenza di innumerevoli dati e citazioni letterarie), contiene delle spiegazioni molto dettagliate sui fenomeni di cui discutiamo sempre.


La descrizione ufficiale è:
Dati alla mano, i numeri parlano chiaro: l'Italia è, tra i paesi sviluppati, il meno soddisfatto delle proprie istituzioni. Nel 2005 solo un italiano su dieci aveva fiducia nel governo e solo uno su trenta nella pubblica amministrazione. Il destino economico e democratico del paese appare incerto, la nostra storia recente è lastricata da episodi di illegalità nei comportamenti delle élite al potere e il cittadino comune non crede più che le dirigenze nazionali saranno in grado di raddrizzare la situazione. Ma chi e quanti sono i personaggi che occupano i vertici del nostro paese? Perché si sa così poco sul loro conto e sulle loro azioni? La povertà di un'informazione seria e circostanziata sui nostri top leader può spiegarsi con la tendenza di alcuni poteri a rendersi intenzionalmente poco visibili e difficilmente indagabili. Ne è diretta conseguenza il disincanto con cui, di tanto in tanto, la popolazione assiste ll'esplosione non annunciata di eventi clamorosi come Tangentopoli o le truffe e i tracolli del capitalismo corsaro e dei connubi politico-finanziari. Simili scandali alimentano la sfiducia quasi endemica dei cittadini italiani verso la classe dirigente, percepita come affetta da una grave miopia morale e da un basso senso della legalità, inadeguata a gestire le sfide del mercato e della democrazia, fondata sulla rete delle relazioni e delle raccomandazioni molto più che sul merito e sulle capacità individuali.
Ma io vorrei aggiungere qualche altro spunto che renda giustizia al libro per
quanto riguarda le riflessioni che esso contiene:

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Purtroppo la selezione dei nuovi ingressi ai vertici è spesso demandata a gruppi e affiliazioni che richiedono fedeltà prima che competenza, prestigio ereditato piuttosto che merito e talento.
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E' noto che con il tramonto delle professioni della vecchia guardia industrialista, in tutti i paesi avanzati si sta verificando un rafforzamento di un nuovo professional upgrading della struttura socio occupazionale, un fenomeno che sta potenziando la presenza di leader con competenze disciplinari, tecnologiche specialistiche. Nelle elite italiane c'è piuttosto un consensual upgrading, in quanto parte del ricambio avvenuto negli alti circoli del potere, è imputabile soprattutto alla crescita di elite colte, capaci di persuasione, piuttosto che ad un aumento di incidenza di leader con competenze
tecno-economiche.
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