Dai tempi dei tempi, gli uomini si sono soffermati ad analizzare le cose e man mano che andavano avanti in questa esplorazione si crearono diversi filoni di studio che riconducevano tutto all'infinitamente piccolo, grande o rispettivamente all'umana grandezza.
Così si svilupparono gli studi sulla dinamica, sulla meccanica quantistica (per spiegare il moto dei corpi più piccoli), e sulla legge di gravitazione universale, per quelli grandissimi.
In realtà studi più recenti cercano di far discendere tutto da un'unica legge capace di spiegare qualunque cosa indipendentemente dalla dimensione.
Tutto questo preambolo, per dire come oggi viviamo in prima persona questa divisione non reale.
Infatti il primo esempio (ma anche più banale) sono le dimensioni dell' "uomo", no scherzo.
Un esempio è la differenza di ruoli tra chi gestice un progetto in maniera "sistemistica" con una visione in grande del problema, e chi invece va fino al "bit" ma che con le sue scelte crea all'altro la possibilità di lavorare.
Sarà forse perchè pensare alle cose nel suo insieme da un maggiore entusiasmo e quindi maggiori risultati?
Oppure per le persone l'infinitamente grande (in termini asintotici si intende) è immaginabile mentre l'altro risulta inintellegibile?
Che ne pensate?
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