Alitalia aumenta e premia i dirigenti mentre perde un milione di euro al giorno. Daniele Martini sul Fatto Quotidiano racconta oggi che un milione di euro gentilmente elargito a fine 2018 per i buoni risultati digestione. I commissari Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo (subentrato quest’ultimo a Luigi Gubitosi nel frattempo diventato amministratore di Tim), hanno nominato in questi mesi 48 dirigenti: 43 presi dall’esterno, 5 promossi da quadri a dirigenti.
Ad essi hanno concesso stipendi tarati non sulle miserrime condizioni della compagnia di Fiumicino, ma facendo finta che Alitalia sia un modello di gestione. Ce n’è uno tra questi dirigenti gratificato con 300 mila euro lordi l’anno, a un altro gli hanno dato 270 mila euro, più l’auto di servizio, più un paracadute di 12 mensilità pagate nel caso in cui le circostanze gli avessero imposto di lasciare il lavoro. Sono livelli spropositati se confrontati con quelli di dirigenti di primo livello di aereolinee che scoppiano di salute; la media mondiale è sui 120 mila euro circa.
Tra gli assunti ce ne sono alcuni a cui Alitalia paga perfino la retta della scuola per i figli e pure l’alloggio, da un minimo di 2 mila euro a un massimo di 2.500 al mese. Un bengodi per tutti, compresi i commissari che hanno già incassato circa 10 milioni di euro tra remunerazioni e percentuale (7 per cento) sulle somme recuperate dal fallimento, nonostante ci sia un limite di legge di 240 mila euro annui valido per “chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni”.
Il tutto accade mentre la società vola in profondo rosso e brucia sul fronte operativo 330 mila euro al giorno, che sommati ad ammortamenti e interessi sul prestito ponte garantito dallo Stato portano le perdite quotidiane a quota 1,1 milioni: nel dettaglio 1.150.196 euro ogni 24 ore.
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