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4 ott 2019

Sembra la Silicon Valley ma è la Puglia: viaggio nel distretto dove regna l'informatica

Negli anni Sessanta, un gruppo di fisici, matematici e ingegneri dell'università di Bari, insieme a imprenditori e studenti, diede vita nel capoluogo pugliese al secondo corso di laurea in Italia in Scienze dell'Informazione.
Da allora la Puglia si è affermata, in silenzio e lontana dalle telecamere accese su Milano e sulle Silicon Valley del nord Italia, come uno dei luoghi d'eccellenza dell'Informatica italiana. Tanto che al tacco dello Stivale si può applicare, senza usare il termine a sproposito, la definizione di "Silicon Valley" italiana.
Le imprese pugliesi dell'Information Technology, insieme alle università del territorio (Università degli Studi di Bari, Politecnico di Bari, Università degli Studi di Foggia, Università del Salento) sono riunite infatti nel Distretto produttivo dell'Informatica.
Fondato nel 2009 come associazione, nel 2010 è stato riconosciuto come Distretto Produttivo dal governo della Regione Puglia. Ne fanno parte anche Confindustria, Confapi, Confartigianato, Confcooperative e le associazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil.
Un tessuto produttivo ben connesso che dà lavoro a circa 5 mila persone, e assorbe i laureati in Informatica delle università pugliesi. Il fatturato nel 2018 è stato di più di 400 milioni di euro, in crescita del 6% su base annua.
"Mi piace definirla una potenziale Silicon Valley", sorride Salvatore Latronico, presidente del distretto, "il settore dell'It in Puglia è solido e in crescita, anche se ci sarebbe da fare uno sforzo in più per far percepire la regione come un territorio dell'innovazione".

Le aziende

Le imprese del Distretto dell'informatica pugliese sono specializzate nello sviluppo di software e di servizi Ict. Alcune assemblano tecnologie di terzi e realizzano prodotti per i committenti, altre sviluppano proprie tecnologie.
Tutte puntano a innovare sia nei prodotti che nel metodo di lavoro. Sostengono i legami con le startup, le academy per scegliere i talenti migliori e favorire l'integrazione con l'università, investono nel benessere dei dipendenti e alcune scelgono anche uffici in "stile Google".
Exprivia Italtel, che ha la sede centrale a Molfetta, è una delle più grandi. Partita come una piccola società, è diventata uno dei più grandi player a livello internazionale come system integrator. Si occupa di progettazione e sviluppo di tecnologie software e di prestazione di servizi IT per il settore bancario, medico, industriale, telecomunicazioni e Pubblica Amministrazione.
Altre imprese sono molto specializzate come Auriga, nata nel 1992, orientata allo sviluppo di soluzioni software per il settore bancario. Già attiva a livello internazionale, nel 2018 ha creato IC406 Innovation Camp, un programma di incubazione di startup, pensato per sostenere le idee innovative in ambito digital business e promuovere il confronto e l’imprenditorialità dei giovani talenti.
La sede di IC406, il programma di incubazione di startup di Auriga
Talentia è invece un gruppo francese indipendente che ha sede a Bari: produce software per la gestione delle performance economico finanziarie e delle risorse umane. L'edificio si trova nel quartiere di Japigia in un campus con play room, cucina, aree di ritrovo per i dipendenti, spogliatoi e attrezzature sportive sulle terrazze dello stabile.
A Bari ha sede anche Fincons, società fondata nel 1983 e attiva nell'IT business consulting e nella system integration. Una multinazionale dell’IT, che conta 1400 professionisti e 100 milioni di fatturato. Per selezionare i suoi dipendenti, ha creato una academy per neo laureati, con tre mesi di corso on the job, a cui segue l’ingresso in azienda.
Fincons è guidata dall'amministratore delegato Michele Moretti. Ingegnere, nato a Bari, non ha mai abbandonato le sue radici e di se stesso, neanche nella sua bio online, dove di se stesso scrive che "coniuga perfettamente le qualità più umane e sincere tipiche del meridione, con le doti più analitiche e asettiche dell'imprenditore di successo del settentrione".
L'impresa che finora è piaciuta di più ai media è la Macnil di Gravina, fondata nel 2000 dall'imprenditrice Mariarita Costanza, 48 anni, e parte del gruppo Zucchetti dal 2014. Attorno alla sede di Gravina, rinnovata a marzo 2019 e pensata come un “vivaio digitale” per startup, micro imprese e pmi del territorio, sorge infatti un polo hi tech in crescita veloce che si è conquistato il titolo di Murgia Valley.
Una piccola azienda del Distretto dell'Informatica è CLE di Bari, che si occupa dello sviluppo di soluzioni IT per le aziende pubbliche e private. È stata fondata nel 1987 da Mariarosaria Scherillo, quando l'imprenditrice decise di mettersi in proprio dopo aver provato sulla sua pelle il bivio fra carriera e famiglia di fronte al quale vengono messe le donne in azienda. La CLE è ora in prima linea nelle politiche di welfare per i dipendenti.
A Molfetta, in via Adriano Olivetti, c'è la sede di CompuGroup Medical (CGM), in cui lavorano più di 130 persone. L'azienda, parte di CompuGroup Medical SE, multinazionale di sanità elettronica leader a livello mondiale, fornisce soluzioni software e servizi a circa 30 mila clienti tra medici, farmacisti e dentisti. In Puglia circa l’80% dei medici delle cure primarie utilizza i suoi software. Il fatturato italiano è di circa 64 milioni, con 500 dipendenti.

L'occupazione

"Il Distretto impiega i giovani laureati che escono dalle facoltà di Informatica delle università pugliesi, ma le risorse umane non bastano per soddisfare la domanda delle imprese", sostiene Salvatore Latronico.
Ogni anno le cinque università regionali laureano circa 550 studenti nei Dipartimenti di Informatica e Ingegneria per un fabbisogno di tutto il settore It pugliese di circa il quadruplo. Giovani laureati che, per la maggior parte, vorrebbero trovare lavoro in Puglia. E vengono soddisfatti.
Come dicono i dati, circa il 76% degli intervistati dall'Osservatorio It del Distretto, vorrebbe trovare occupazione nella regione di residenza e solo il 17% è invece propenso a spostarsi in altre regioni. I restanti vorrebbero invece provare una esperienza all'estero.
L'analista programmatore è la figura più richiesta dalle aziende. Ma se si guarda la variazione dei profili IT nel Distretto si vede una grande domanda nel biennio 2018-2019 dell'esperto di sicurezza informatica. Quella cybersecurity che spinge a proteggere i sistemi informatici dal rischio di attacchi.
In crescita anche la richiesta di sviluppatori web, esperti di test e amministratori di rete. Un effetto probabile dell’evoluzione delle leggi in tema di privacy, sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, in particolare con il regolamento europeo Gdpr applicabile dal maggio 2018.
I profili professionali che le università formano sono gli stessi che le imprese richiedono. Diversamente da quello che accade in altre zone d'Italia, in Puglia non c'è nessun gap fra formazione e lavoro: l’offerta formativa è in grado di rispondere senza problemi alle esigenze del mercato del lavoro. "Il grado di adeguatezza alla domanda di lavoro dell’offerta formativa pugliese è quasi sempre più elevato rispetto alla media sia nazionale", spiega Salvatore Latronico.
I contatti fra università e mondo del lavoro sono stretti, anche grazie all'istituzione del Distretto dell'Informatica. Ma sono sempre pochi gli studenti che decidono di studiare in una facoltà di Informatica o Ingegneria. Il Distretto sta cercando per questo di intensificare i legami fra il sistema delle scuole superiori e le aziende.

La competitività all'estero

"Abbiamo tantissime competenze e generiamo tanta occupazione ma come settore non abbiamo la massa critica e quella capacità di investimento che ci consentirebbe di creare dei prodotti e di portarli fuori dal nostro territorio, tranne alcune eccellenze. Facciamo una grande fatica a esportare le innovazioni", commenta Latronico.
Problema di fondi, sì, ma non solo. "Stiamo cercando ora di concentrarci su alcuni temi, come la cybersicurezza e la sicurezza in generale delle filiere produttive e delle transazioni economiche", spiega Latronico, "una spcializzazione del territorio potrebbe consentire alle aziende di avere una spinta in più".

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