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12 mag 2019

Prima Comunione is the new Met gala. Alla faccia del sacramento

Prima Comunione is the new Met gala. Alla faccia del sacramentoMio padre è un fervente cattolico e io sono cresciuta imparando a memoria il Padre Nostro e L’Ave Maria, ho frequentato il catechismo e ho collezionato tutti i sacramenti “obbligatori”quali: battesimo, prima comunione (con tanto di vestito da sposa-bambina) e cresima. Dopo anni di riflessione e soprattutto dopo aver maturato una certa consapevolezza di me, mi sono molto allontanata dalla religione cattolica specialmente dall’Istituzione della Chiesa. Non vado in chiesa, non credo nei sacramenti e non credo minimamente nella figura del prete come colui che dovrebbe fungere da tramite tra dio e i suoi fedeli, sono fermamente convinta che tutte le cariche religiose dovrebbero sposarsi e fare figli e soprattutto che tutti gli inestimabili beni della Chiesa debbano essere usati per cancellare la fame nel mondo e la povertà dilagante. Non credo nel Papa come figura religiosa, ma credo in quest’uomo buono e illuminato con un delizioso accento sudamericano che sta cercando in tutti i modi di aprire un varco in quel muro di omertà e di corruzione nel quale è immerso l’intero apparato della Chiesa Cattolica. Per questi e tanti altri motivi, non intendo sposarmi con rito religioso, non ho battezzato mia figlia, che lascerò libera di decidere da sola di credere in ciò che vuole e di scegliere la sua strada. Sono convinta che i sacramenti oggi abbiano perso il loro vero significato e siano diventati solo delle obsolete convenzioni sociali. Nella mia vita ho deciso di essere coerente e ho molto rispetto per mio padre che di coerenza ne ha tanta, nella fede come nella vita. Le persone coerenti sono quelle di cui ti puoi fidare, cosa rara al giorno d’oggi.

Tutta questa premessa per arrivare al punto: siamo entrati ufficialmente nel periodo Prime Comunioni. Finalmente un motivo valido postare 3755 foto in posa su Facebook e Instagram senza passare per quelli che sbattono i fatti loro sui social senza senso. Ora, quegli interi reportage di ristoranti, vestiti in finta seta dai colori improbabili in salsa fine anni 80 e bambine vestite come sposine turche e mini rappresentanti della Folletto hanno un senso ben preciso: “È il giorno della Prima Comunione, abbiamo affittato la sala grande e ho preso 250 bomboniere da Thun che mi sono costate lo stipendio intero”. Una sorta di Ballo delle/dei Debuttanti che per un giorno vengono addobbati come alberi di Natale e portati in trionfo presso il parentado adorante, introdotti in società come piccoli divi. La dinamica è un po’ quella del matrimonio, con la differenza che le buste che ricevono in regalo sono meno pesanti ma mamma e papà hanno comunque chiesto un altro prestito alla banca, che sommato a quello del Battesimo, alla rata del mutuo e a quella della macchina significa pane e acqua per i prossimi dieci anni, perciò “magnate come se non ci fosse un domani a sta festa!”. Alla cerimonia in chiesa ci sono otto persone, ma ne hanno invitate duecento: “Vabbè le altre 192 vengono direttamente al ristorante, che in chiesa non facevano in tempo”. Certo, il rito in chiesa sarebbe effettivamente la Prima Comunione ma vabbè, sono dettagli. Si sa che in chiesa non viene mai nessuno “ma non si potrebbe farla durare meno ‘sta messa? No. perché il tizio del ristorante ci aspetta per l’una!”. Il ristorante è stato scelto con cura, molto tempo prima, più o meno quando il pargolo aveva 3 anni. E’ il più bello del circondario, ci fanno tutti i ricevimenti che contano e quando si parla di Battesimo, Prima Comunione, Cresima e Matrimonio non si bada a spese. D’altronde è risaputo, terzo comandamento “Ricordati di santificare le feste”: perché il sacramento abbia una certa validità, tocca spenderle due lire. E dai su, le basi!

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