«Running man» vince la corsa della vita
Dopo il trapianto, 5000 km in un anno
«Corri quando puoi, cammina quando devi, striscia se serve; ma non mollare mai»: Davide Pruneri, 44 anni, ha fatto suo il motto di Dean Karnazes, il famoso atleta statunitense di ultramaratona e ultrarail, nelle sue mani è diventato vita.
Sottoposto nel 2015 a un trapianto di fegato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, si è impegnato con determinazione per ricominciare a correre. Sono passati diciotto mesi e ora scende in pista indossando scarpe spaiate, di colori diversi. È bizzarro, sì, ma la sua è una scelta simbolica: «Non sono mai da solo in gara – spiega – porto con me la persona che mi ha donato il fegato. E in due andiamo davvero forte».
Si è scelto un nickname che dice tutto, AidoDavid, e la maglietta rossa con la scritta «La vita è un dono, dona per una vita» è diventata la sua bandiera. Insegue così i nuovi traguardi che si è dato da quando, come dice lui «è tornato dall’inferno».
Sua moglie Monica e le figlie Silvia e Chiara, di 14 e 18 anni, ormai sono abituate: «Mi accettano come sono». Forse si preoccupano un po’, ma sanno che Davide è un vero runner, sulla strada e nella vita, leale, generoso e pieno di coraggio.
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