Una liquidazione da 180 milioni di dollari. Questa la cifra astronomica che intascherà Rex Tillerson, amministratore delegato di Exxon Mobil, se lascerà il gigante petrolifero per diventare, come annunciato, il nuovo segretario di Stato nell'amministrazione del presidente eletto Donald Trump.

Texano, 64 anni, ha trascorso gli ultimi 41 anni alla Exxon, dove iniziò a lavorare come ingegnere, per poi diventare l'uomo che ha firmato accordi di esplorazione, acquisto e vendite di petrolio e gas in alcuni degli angoli più pericolosi del mondo. Secondo quanto scrive il Financial Times, prima di essere scelto da Trump, a Tillerson dovevano andare circa due milioni di azioni Exxon, per un controvalore di 182 milioni di dollari (al prezzo di oggi) nei prossimi dieci anni. Ma se dovesse diventare segretario di Stato, Exxon si è detta d'accordo a cancellare il premio in azioni e liquidare il suo supermanager con una somma di 179 milioni di dollari, che verrà depositata in un trust e poi versata a Tillerson a rate nei prossimi dieci anni. L'accordo, spiega il quotidiano di Londra, serve a cercare di sgomberare il campo da timori su eventuali favoritismi che potrebbe fare Tillerson a Exxon da segretario di Stato avendo con le azioni interessi personali nella società petrolifera.
Tillerson ha infatti anche concordato di non lavorare per i prossimi 10 anni nel settore del petrolio e del gas e la cancellazione di bonus per 4,1 milioni di dollari che avrebbe dovuto ricevere nei prossimi tre anni. Inoltre l'intesa prevede l'impegno di Tillerson a vendere le 600 mila azioni Exxon di cui è attualmente in possesso, mentre il trust che gestirà la sua liquidità non potrà detenere azioni Exxon. Tillerson è andato in pensione lo scorso 31 dicembre, dopo essere stato per 40 anni alla Exxon, di cui gli ultimi 10 come Ceo. La sua nomina è contestata per i forti legami di Tillerson con la Russia. Vladimir Putin nel 2013 ha insignito personalmente l'ex ceo di Exxon dell'Ordine dell'Amicizia, una delle massime onorificenze del governo russo. Inoltre destò scalpore l'intervento di Tillerson a un vertice sul petrolio a Mosca a fianco di Igor Sechin, dirigente dell'industria energetica russa vicino a Putin, proprio mentre la Russia veniva sottoposta alle sanzioni occidentali per la guerra in Ucraina.
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