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4 gen 2017

Ai 7 grandi silurati dalla finanza nel 2016, buonuscite per quasi 40 milioni

Sono stati numerosi, nel 2016, i grandi manager e banchieri usciti sbattendo la porta… oppure perché messi alla porta. Molti di questi “silurati”, però, si sono potuti consolare con cospicue buonuscite. Vediamo i principali.


Alla fine del 2015, si fanno sempre più insistenti le voci di un’uscita dell’amministratore delegato delle Generali, Mario Greco. Dal quartier generale del Leone di Trieste smentiscono, ma alla fine di gennaio del 2016 Greco annuncia che lascerà per andare in Zurich. Il manager se ne andrà all’inizio di febbraio, senza aspettare la scadenza, di lì a poco, del mandato. A marzo si scoprirà che per il suo lavoro ha percepito 3,27 milioni di euro, di cui 2,6 milioni per l’incarico di ad, 486mila per quello di direttore generale e 155mila come benefici non monetari. Ad aprile, poi, Greco ha ricevuto 162.990 azioni del valore di 2,2 milioni di euro legate al raggiungimento degli obiettivi del piano triennale al 2015. Si tratta di uno stipendio corposo ma in linea con quello che Greco aveva guadagnato negli anni precedenti. Nessuna buonuscita, quindi, per lui. A marzo, alle Generali, Philippe Donnet sostituisce Greco.
Continua anche nel 2016 l’avvicendamento ai vertici di Luxottica. Alla fine di gennaio, l’ad Adil Mehboob Khan lascia l’incarico dopo poco più di un anno alla guida del gruppo degli occhiali. Le deleghe del manager vengono assunte dal fondatore, Leonardo Del Vecchio, che diventa presidente esecutivo. Mantiene il suo incarico l’altro ad di Luxottica, Massimo Vian. Khan lascerà l’incarico il 29 febbraio e riceverà una buonuscita di 7 milioni di euro.

A marzo del 2016, l’ad di Telecom Italia, Marco Patuano, annuncia l’addio alla società. L’accordo per la sua uscita viene siglato sulla base di un assegno da 6 milioni che prevede – oltre all’erogazione dello stipendio annuo – “il riconoscimento degli ulteriori importi di 1.235.000 euro lordi a fronte della cessazione del rapporto di amministrazione e 4.765.000 euro lordi a fronte della cessazione del rapporto di lavoro, per 6.000.000 euro lordi complessivi”, come spiega la società in una nota. Buonuscita da 6 milioni lordi, quindi, per Patuano, che a ottobre diventerà ad di Edizione Holding, la finanziaria collocata a capo della partecipazioni del gruppo Benetton. In Telecom prenderà il suo posto Flavio Cattaneo.
 maggio giunge la notizia che Federico Ghizzoni lascia l’incarico di ad di Unicredit. Il rapporto di lavoro terminerà alla fine del 2016. Al banchiere, che lavorava in Unicredit dal 1980, sono stati riconosciuti 5.006.937 euro lordi (costo del preavviso e 20% per la cosiddetta severance, cioè la separazione) per la cessazione del rapporto e 4.373.223 euro lordi (differiti su ulteriori cinque anni), in contanti e azioni, per la restante parte della severance. A questa cifra si aggiungerà la remunerazione del rapporto di amministrazione fino alla naturale conclusione nell’aprile 2018, nella misura di 866.729, in aggiunta ai pagamenti relativi alla risoluzione del rapporto di lavoro. La buonuscita di Ghizzoni si avvicina dunque ai 10 milioni di euro. Ci vorrà un po’ per trovare il suo successore: soltanto alla fine di giugno verrà scelto Jean-Pierre Mustier.


All’inizio di agosto, dopo avere vinto la battaglia contro Andrea Bonomi e Mediobanca per il controllo di Rcs, Urbano Cairo diventa amministratore delegato di Rcs. Esce così prima della scadenza del mandato l’ad Laura Cioli, a cui viene riconosciuta la parte rimanente del contratto triennale per un totale di circa di 3,7 milioni di euro.

All’inizio di settembre, l’ad di Banca Monte dei Paschi di Siena, Fabrizio Viola, lascia. Si dice che ci sia lo zampino del ministero dell’Economia retto da Pier Carlo Padoan, che ha il 4% di Mps (e che ora si appresta a diventarne azionista di controllo), e dei consulenti di Jp Morgan. Quello che stupisce è che Viola esca proprio nel bel mezzo della preparazione del piano di salvataggio di mercato della banca, che poi a dicembre fallirà facendo così scattare l’intervento pubblico. Al posto di Viola, poco dopo, arriva Marco Morelli. A fronte della cessazione del rapporto di lavoro, a Viola vengono riconosciuti 2,34 milioni lordi (1,01 milioni dal trattamento di preavviso nella misura di sei mensilità, e 1,33 milioni a titolo di severance, pari a circa 11 mensilità), più un’indennità pari agli emolumenti che gli sarebbero spettati sino alla naturale scadenza dell’incarico ad aprile 2018 nella misura di 749.096 euro lordi (50% in denaro e 50% in strumenti finanziari). In tutto, il banchiere riceve oltre 4 milioni.

All’inizio di dicembre, Viola diventa ad della Popolare di Vicenza, banca che sta tentando di convolare a nozze con Veneto Banca. Prende così il posto di Francesco Iorio, che secondo indiscrezioni dovrebbe percepire una buonuscita intorno a 1,5 milioni.

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