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31 gen 2017

Case, pizzerie e yacht: la dolce vita dei Marra dai business a Malta ai paradisi fiscali

Una rete di società anonime che porta fino all’Isola di Man detiene le proprietà immobiliari e le attività imprenditoriali

LA VALLETTA - Un ristorante folcloristico nel centro dell’affollata Saint Julian. Un piccolo, ma modaiolo, ristorante di mozzarelle lungo il mare. Un appartamento sul porto, un altro in affitto in un residence borghese. Una vita apparentemente normale, seppur in mezzo al Mediterraneo, qui a Malta. Eppure a governare gli affari della famiglia Marra (di Catello, soprattutto, ma anche del fratello Raffaele e della moglie Chiara) c’è una fittissima e inestricabile rete di società che parte dall’Italia, passa da Panama e arriva fino al paradiso fiscale delle isole di Man. Una struttura così complessa che, inevitabilmente, sta interessando chi da mesi su Raffaele sta indagando. È bene partire, quindi, proprio da lui. E dal 2013 che, evidentemente, deve essere stato un anno d’oro per la famiglia Marra.

Qualche mese prima dell’acquisto in via dei Prati Fiscali al centro dell’inchiesta della procura di Roma, la moglie, Chiara Perico, compra dalla Blue Harbr Devolpments limited un appartamento a Malta, sul lungomare di TaXbiex, per poco più di 300mila euro. Dai primi accertamenti sembrerebbe che vengano pagati senza l’accensione di alcun mutuo direttamente alla società, a sua volta controllata da un’altra società, la Wininvest, nello schema classico sull’isola che rende impossibile risalire ai legittimi proprietari. In ogni caso la signora – come ha ricostruito anche Fanpage – non andrà però mai a vivere in quella casa. La affitterà, invece, in modo tale da ottenere con quei soldi (40mila euro l’anno) la possibilità di avere la residenza a Malta dove si trasferirà con i suoi figli.
Il marito, Raffaele, la raggiunge soltanto nei weekend come documentano i prelievi effettuati con la carta di credito. Ai magistrati ha raccontato che il motivo del trasferimento sono “le minacce della mafia” ma in realtà, di questo per lo meno si stanno convincendo gli investigatori, è più verosimile che i Marra avessero deciso di spostare il proprio giro di affari a Malta.

Perché con una società che ha sede nell’isola, proprio a due passi dalla casa di proprietà, la Marsenne Yacht, che partono bonifici per circa 250mila euro (sembrerebbe per una compravendita di un’imbarcazione). E soprattutto perché a Malta vive da anni il fratello Catello, anche lui come Raffaele ex finanziere con qualche inciampo, da anni cittadino dell’isola.

Qui ha creato lo Iodr, l’Internationl Organization for Diplomatic Relations, una strana organizzazione filantropica che vende onorificenze ed è rappresentante anche di un ordine di Malta, non riconosciuto ufficialmente. Le sue due attività nelle scorse settimane sono state travolte dalle polemiche.

Ma Marra non c’è stato. «Sono utilizzate – ha scritto a Repubblica - nello svolgimento delle attività sociali, assistenziali, e di rappresentanza, e le varianti estetiche che appaiono su di esse, sono atte ad affermare la necessità della gerarchia, perché se è vero come è vero, che le donne e gli uomini del pianeta hanno tutti uguale dignità, è pur vero che lo svolgimento ordinato e civile della società umana richiede diversità di funzioni e quindi di responsabilità, diversità che a sua volta esige l’accettazione della gerarchia nell’espletamento dei vari servizi». Chiarissimo. Così come chiara è la sua scelta, dopo i suoi guai con la Finanza, di trasferirsi a Malta dove si occupa «del tutto lecitamente, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, di rapporti internazionali, favorendo lo sviluppo del mercato globale ed il contatto tra le Nazioni e le imprese commerciali».

In realtà Marra dimentica di dire che la sua principale attività nell’isola risulta quella di ristoratore. Da anni, dove spesso si vede anche la moglie di Raffaele, Chiara, altrimenti molto restìa alle occasioni mondane, ha un ristorante nel centro di Saint Julian, il Parthenope. A controllarlo è una società, la Summer Sensation Limited, che guida insieme con il figlio Manuel. Capitale sociale da 1200 euro è controllata da un Trust, l’Elise. Di chi è l’Elise? Impossibile praticamente saperlo.
Gli fa da fiduciaria infatti una terza società, la Dixcart Group Limited, che ha sede alle Isole di Man, uno dei paradisi fiscali per eccellenza. Ora resta da capire il perché un ristorante da “pizza e birra 10 euro” deve essere controllato da un sistema così complesso di ingegneria fiscale. E resta da capire anche un altro mistero: il ristorante Himu, di proprietà di un’altra società, la Bufala Limited, che fa riferimento sempre a Marra insieme ad altre persone.

Dagli atti, Catello risulta esserne stato il direttore fino a pochi mesi fa quando fu effettuato un aumento di capitale da 1200 a 360mila euro. Stranissimo per questi pochissimi metri quadrati, per carità molto carini, sul lungomare della città dove si viene a bere un bicchiere di vino e mangiare calda
 mozzarella di bufala (il business è implementato da un tre ruote che consegna a domicilio la mozzarella). Dalla frequentazione e dalle buone referenze che danno gli italiani che vivono sull’isola, sembra che gli affari non vadano male. Merito del manager, il signor Catello? «Chi?». Catello Marra? «Noi qui non conosciamo nessun Catello Marra, eppure lavoriamo qui da molto», rispondono, divertiti a vedere la foto in alta uniforme, i ragazzi dietro il bancone.

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