NELLA COMMEDIA, DIRETTA DA LEVY, APPAIONO ANCHE I FONDATORI DELLA SOCIETÀ, PAGE E BRIN
L'azienda diventa un set. Vaughn e Owen: lì è tutto stimolante Il regista: abbiamo scoperto un mondo affamato di talenti
Owen Wilson e Vince Vaughn, i protagonisti di The Internship - Gli Stagisti
SAN JOSE (California) - Da venditori di orologi di lusso a stagisti di Google. È la sorte di due quarantenni californiani che - rimasti all'improvviso senza lavoro per via della crisi - devono ricostruire da zero le loro vite. La speranza per un nuovo inizio è in un annuncio su Google.com: l'azienda ha cerca persone da assumere. Billy e Nick finiscono così nella sede della compagnia, non lontana da San Francisco, tra centinaia di giovanissimi che aspirano al loro stesso posto e che, da bravi nativi digitali, li trattano da signori di mezza età, quasi come se fossero i loro papà. Quella che si vede nel film è davvero la sede di Google, il motore di ricerca più usato al mondo. Lo stabile coloratissimo e postmoderno al centro della Silicon Valley, a Mountain View, che assomiglia a un campus universitario, in cui si vedono passeggiare Vince Vaughn e Owen Wilson in The Internship (Gli stagisti , il titolo italiano), diretto da Shawn Levy (in uscita in America, a settembre in Italia), è il centro reale nel quale si sviluppa l'azienda nata dall'idea di Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google nel 1998.
Il trailer del film The Internship - Gli stagisti
Questo posto è stato definito «il luogo più creativo e confortevole dove lavorare»: si può prendere un caffè organico al bar Yoshka, dal nome del cane di uno dei fondatori, si possono portare al lavoro i propri animali e si può anche lavorare al computer mentre si cammina sul tappetino fitness della palestra interna. Larry Page, in una breve apparizione al fianco dei due attori, spiega: «Abbiamo 70 sedi nel mondo, 35 mila dipendenti, ogni anno riceviamo 2 milioni di domande di lavoro. Il film ha avuto il nostro assenso, abbiamo offerto strumenti di lavoro, la nostra sede per molte riprese e siamo convinti che The Internship aiuterà a capire la curiosità intellettuale e la passione per cercare di creare un mondo migliore alla base di Google».
«Il vero mondo di Google sarà una scoperta per tutti coloro che utilizzano il motore di ricerca - spiega il regista Levy, che nel film ha anche diretto Sergey Brin per un piccolo cameo -. Google è un "work in progress" affamato di talenti e ricerche».
Vince Vaughn oltre che attore ha scritto la storia ed è anche co-produttore del film distribuito dalla Century Fox. «Molti miei amici - racconta - per la crisi si sono ritrovati senza lavoro. Ho scritto una storia ambientata in California, dove sono cresciuto, sulla possibilità di ricominciare a qualsiasi età. Google è parsa la sede ideale perché si presta ai toni da commedia del mio copione».
Owen Wilson, amico di Vince nella vita e sullo schermo in tante pellicole di successo, dice: «Sto decidendo di venire a vivere a San Francisco: tutto qui è stato stimolante, mi ha dato energie, capacità di reinventarmi e di superare ogni depressione. Il magazine Fortune ha giustamente scritto per la terza volta che Google è il miglior posto dove lavorare». «Recentemente, diversi libri hanno messo in discussione il mondo digitale e motori di ricerca come Google - riprende Vaughn -. Ho letto con interesse saggi dove si ipotizza che le informazioni libere del web arricchiscono in realtà i pochi imprenditori che le gestiscono e diminuiscono i posti di lavoro in tanti campi. Il film apre discussioni a largo raggio, intergenerazionali, con humour, idealismo, cinismo e arrivismo di alcuni. Non è un copione solo su Google: abbiamo usato il brand per esplorare un mondo, le prospettive di una corporazione culturale mediatica che rappresenta il futuro delle prossime generazioni». Max Minghella, anche lui nel cast, conclude: «Non ci interessava prendere parte a un film pubblicitario su un gigante tecnologico della Silicon Valley. Ci siamo ritrovati a fianco di 100 impiegati di Google scritturati come comparse o per brevi ruoli. Siamo sempre stati liberi. E così il pubblico avrà molti elementi per discutere di questa nostra società sempre più tecnologica».
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