Erede di un impero milionario, si muove continuamente per evitare di avere una residenza fiscale e dover pagare le tasse. La storia di un Paperone nomade per scelta, tra chalet in Svizzera e battute di caccia grossa in Kenya
LUGANO -Come vivere da nababbo, senza pagare un soldo di tasse. E riuscendo, pure, ad evitare di essere perseguito come evasore fiscale. L'impresa sta riuscendo, ormai, da 36 anni, ad un ricchissimo americano, James R. Mellon II, erede di una dinastia di petrolieri e banchieri. Il cui nonno, William Mellon, fondò la Gulf OIL, agli albori del secolo scorso. Da notare che esiste, pure, la Bank of New York Mellon, presente in mezzo mondo, anche in Italia, con 48 mila 700 dipendenti.
Ebbene, nonostante James Mellon, oggi 70 enne, possa approfittare dei lucrosi proventi di tutto questo ben di Dio, si è fatto un punto d'onore ad evitare di condividerli con il Fisco. Ancora adesso, infatti, non risulta imponibile in alcun Paese. "Come ci riesco? Osservando la regola di non fermarmi in un posto troppo a lungo, evitando così il rischio di diventare un domiciliato fiscale", ha confidato agli inviati del giornale elvetico, Le Matin, incuriositi dal suo caso, non fosse altro che James Mellon, nel suo gioco al gatto e al topo, con gli uffici delle imposte del pianeta, ha individuato, nella Svizzera, uno dei suoi rifugi tax free. Più precisamente nella località alpina di Klosters, nel Canton Grigioni, dove possiede uno chalet, a due passi dalle piste da sci.
E, nella Confederazione, basta non trattenersi più di 90 giorni all'anno, per essere esente dall'obbligo di pagare le tasse. Inoltre, non distante da Klosters, c'è il Principato del Liechtenstein, dove l'estroso miliardario traffica con alcune fiduciarie. Il che gli è valsa una citazione tra le migliaia di nomi, contenuti nel dossier di Offshore Leaks. "Sia ben chiaro - ci tiene a puntualizzare Mellon - che io non violo alcuna regola, anche se il prezzo che pago è quello di essere sempre in movimento".
Oltre alla Svizzera ha scoperto un "buen retiro" nei Caraibi, nelle isole Vergini britanniche. Dove si sposta, senza alcun problema, dopo aver restituito il passaporto statunitense ed ottenuto quello delRegno Unito. Ma dove, però, non ha un domicilio fisso altrimenti, anche lì, finirebbe di diventare un contribuente". "Sono un appassionato di caccia grossa e, in un primo tempo, mi ero stabilito in Kenya, poi ho scoperto che, se fossi morto, il 55 per cento della mia fortuna sarebbe finito, comunque, al fisco americano, a cui non voglio lasciare neppure un centesimo, quindi ho lasciato l'Africa", prosegue il suo racconto. Anche se, in realtà, essendo titolare di alcuni trust, negli Stati Uniti, a James Mellon rimane il rammarico di dover versare, ogni anno, alcune migliaia di dollari all'Irs, l'agenzia delle entrate Usa.
La sua sfida con gli agenti delle tasse, comunque. dopo oltre 30 anni di moto perpetuo, questo dandy ormai entrato abbondantemente nella terza età, si può dire l'abbia vinta alla grande. "L'importante - il consiglio che si sente di dispensare - è di stare sempre un passo avanti, rispetto al Fisco". Se i soldi che James R. II non ha versato allo Zio Sam, li avesse dati in opere di beneficenza, lo si potrebbe paragonare a Robin Hood. Invece li ha spesi, a piene mani, nelle sue scorribande di caccia in Africa dove, in 10 anni, è riuscito ad abbattere tre esemplari rarissimi, tra cui l'antilope pigmea. Mentre lui rimane inafferrabile.
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