Se mai sarà realizzato in tempo utile per la cerimonia d'apertura, il complesso di opere per Expo 2015 diventerà un esempio mondiale di infrastrutture edificate a tempo di record. Nei 1.068 giorni che ci separano dalla data dell'inaugurazione, il 1° maggio 2015, quello che oggi è un drappello di operai al lavoro tra polvere e sterpagliedovrebbe edificare 18 milioni di metri cubi, tanti quanti ne risultano dal nuovo Piano di gestione del territorio. Correndo a una velocità di 16.854 metri cubi al giorno. Domeniche e festività incluse.
Lavoro anche per la magistratura
Da qualche giorno la corsa contro il tempo ha un ostacolo in più da superare. La prima e unica gara d'appalto assegnata per l'Esposizione universale è finita nel mirino della Procura di Milano: i magistrati avrebbero individuato un "cartello" di imprese «mirato a influenzare le gare d'appalto relative a Expo 2015». La gara incriminata, aggiudicata nell'ottobre 2011, riguarda «l'affidamento dei lavori inerenti alla rimozione di materiale nel sito di Expo 2015». A pochi giorni dall'ingresso della magistratura nel cantiere, la redazione del Sole24Ore.com ha realizzato un reportage-fotografico per documentare lo stato di avanzamenti dei lavori.
Expo 2015, l'anno zero
Costeggiando il cantiere che parte dalla nuova Fiera e raggiunge la periferia di via Stephenson - nella zona nord-ovest di Milano - oggi non c'è ancora nulla della «rivoluzione urbanistica» annunciata dal Comune di Milano e dall'Organizzazione di Expo 2015: niente che ricordi i 50 grattacieli adibiti a uffici, i 7 scali ferroviari e le 5 caserme che dovranno sorgere là dove c'era l'erba (e i campi Rom). Solo chilometri e chilometri di rete rossa, a delimitare un cantiere che, per ora, non c'è. L'impresa – o il "cartello" d'imprese, secondo la tesi della magistratura – che cura la rimozione di materiale nel sito deve fare i conti con cataste di rifiuti, discariche a cielo aperto, macerie, auto incendiate e poi abbandonate nel mezzo del cantiere.
Il quartier generale semi-deserto
Il modesto quartier generale che sorge a ridosso della zona fiera (dove un cartello recita "cantiere logistico"), è esteso come quello che di solito viene allestito per realizzare un condominio di medie dimensioni. Pochi gli automezzi a disposizione, che vegliano su qualche decina di auto parcheggiate. Sostando per qualche minuto davanti al suo ingresso, si vedono entrare e uscire dalle casette prefabbricate non più di tre persone. Mentre l'unico operaio che passa di lì spiega, con un forte accento dell'est è un po' di diffidenza, che quello è proprio «il cantiere di Expo 2015». Poi di corsa torna al lavoro. I pochi operai che ci sono, sembrano aver molta fretta. Forse per evitare una «figuraccia mondiale»?
Formigoni tranquillo (ma non troppo)
«Se non rispettassimo i tempi dell'Expo, la figuraccia sarebbe mondiale». Pochi giorni fa Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia, ha risposto così a che gli chiedeva notizie sui lavori. «L'impegno come Regione - ha poi aggiunto - è di accelerare al massimo con i tempi e rispettare i programmi stabiliti». Rassicurazioni che non convincono, e che impongono un nuovo intervento. «Per quanto riguarda le opere del sito - ha aggiunto Formigoni, tornando sull'argomento - devo dire che la società a noi socia ha sempre dato garanzie sul fatto che sia in grado di arrivare in tempo, con gli anticipi giusti, alla realizzazione delle opere».
Il presidente sembra nutrire qualche dubbio sulle garanzie offerte dalla «società socia». Da politico navigato che conosce come pesare le parole, lo lascia intendere. Del resto, tra garanzie offerte e avvisi di garanzia, un altro giorno è passato invano sul cantiere di Expo 2015. Ora ne restano 1.067.
Nessun commento:
Posta un commento