Metti mi piace

25 giu 2011

Voli Delta Airlines per l'Arabia Saudita vietati a ebrei e israeliani: è polemica

Il divieto potrebbe scattarecon l'ingresso ufficiale della Saudi Arabian nell'alleanza dei cieli Sky Team: il regno è off limits anche a chi ha visitato Israele. Comunità ebraiche Usa e associazioni per la libertà di culto sul piede di guerra

di MARCO PASQUAA partire dal 2012, gli ebrei e gli israeliani potrebbero vedersi negato il permesso di salire a bordo degli aerei della Delta Airlines diretti in Arabia Saudita. Ciò dovrebbe avvenire con l'ingresso ufficiale della Saudi Arabian Airlines 1 nell'alleanza dei cieli Sky Team, di cui fa parte anche Alitalia. Alla base di questo divieto c'è la chiusura del Paese della Mecca ai cittadini ebrei ed israeliani, ma anche a chi ha visitato Israele (e abbia un timbro sul proprio passaporto). Le comunità ebraiche americane, ma anche le associazioni che si battono per la libertà di culto, sono già sul piede di guerra: "La Delta non discrimini gli ebrei", dicono. E problemi, sui voli dall'America per l'Arabia Saudita, potrebbero esserci anche per i cristiani, che viaggino, ad esempio, con simboli religiosi (come, ad esempio, collane con crocifissi) o abbiano nel bagaglio una Bibbia.

L'accordo per far entrare il vettore saudita nel network che comprende già 14 compagnie aeree è stato firmato lo scorso 10 gennaio, a Gedda. La Saudi Arabian Airlines sarà la prima compagnia del Medio Oriente ad unirsi al network che, con i suoi 14mila voli giornalieri, conta già su 900 destinazioni in 169 Paesi. Nei mesi a venire, come spiegava il testo di quell'accordo, la compagnia avrebbe "lavorato per soddisfare tutti i requisiti per diventare un membro a tutti gli effetti": cosa che avverrà "entro 
il 2012". 

Ma i dettagli di quell'alleanza, comprese tutte le relative implicazioni, sono emersi solo recentemente, quando si è iniziato a parlare dei primi voli di collegamento tra New York e Washington e Gedda. Per entrare in Arabia Saudita, un regno in cui vige la Sharia, i turisti e i viaggiatori d'affari devono ottenere un visto - dopo aver trovato uno sponsor, un garante saudita. Per le donne, ottenere quel permesso è ancora più difficile. Chiunque possegga sul proprio passaporto un timbro dello Stato d'Israele oppure abbia un passaporto israeliano, viene bloccato alla frontiera, anche se dovesse solo effettuare uno scalo in aeroporto. Trattamento che, stando alle testimonianze riferite in queste ore da alcuni ebrei statunitensi, viene anche riservato ai cittadini che hanno un cognome ebraico. Il personale aeroportuale è autorizzato a confiscare Bibbie o testi religiosi che non abbiano attinenza con l'Islam. Anche le kippah sono tassativamente vietate. Regole che, ora, dovranno essere adottate dalla Delta, qualora questa dovesse iniziare ad operare dei voli in code-sharing con la compagnia araba. 

Il fronte di chi contesta questa normativa è ampio, e le adesioni alla protesta, per adesso solo virtuale, aumentano di giorno in giorno. "Il fatto che una compagnia aerea impedisca a un cittadino americano di salire su uno dei suoi aerei, in America, per il solo fatto che sia ebreo o che abbia una croce o una kippah, è irritante", ha osservato Colby M. May, dell'American Center for Law And Justice, un gruppo di conservatori cristiani che si batte per la libertà di culto in tutto il mondo. Gli ebrei americani chiedono alla Delta di respingere tali limitazioni antisemite: "Bisogna condannare il comportamento dell'Arabia Saudita che discrimina gli ebrei. Per un'azienda americana, i suoi valori dovrebbero avere la priorità sugli interessi economici e la Delta dovrebbe opporsi all'ingresso della Saudi nell'alleanza Sky Team", ha osservato l'American Jewish Committee. Il rabbino e blogger Jason Miller 2 ha già annunciato di aver chiesto l'annullamento della sua carta di frequent flyer: "Siamo davanti ad una questione di principio. La Delta non è obbligata a far entrare la Saudi Arabian Airlines nell'alleanza. Potrebbe, infatti, opporsi proprio sulla base di questa regola discriminatoria. Il fatto che il governo saudita sia antisemita non è una colpa della Delta, ma certamente non ci deve andare a braccetto. Anche se non ho intenzione, per adesso, di volare in quel Paese, avrei dei problemi a volare con una compagnia del genere". Dan Diker, segretario generale delWorld Jewish Congress 3, un'organizzazione internazionale che rappresenta le comunità e gli enti ebraici, si aggiunge al coro della voci contro, e chiede alla Delta "di non rispettare questa policy chiaramente antisemita e razzista". 

Dopo che le polemiche hanno iniziato a diffondersi viralmente, la compagnia americana, attraverso il suo blog, ha fatto parlare il portavoce, Trebor Banstetter 4, che però non ha negato la nuova  policy discriminatoria, pur sottolineando che la compagnia "non discrimina sulla base di età, razza, nazionalità, religione o genere". Al tempo stesso, ha fatto notare che ovunque Delta operi i suoi voli, "deve rispettare le leggi", decise "dai singoli Stati e non dalle compagnie aeree", e che "i passeggeri devono essere in regola con i documenti per l'ingresso". "Se un passeggero è sprovvisto di quei documenti - nota il portavoce - lo stesso potrebbe vedersi negato l'accesso a quel Paese, mentre la compagnia aerea potrebbe essere multata. Per questo, spetta alla compagnia accertarsi, prima che i passeggeri salgano a bordo, che questi siano in possesso della documentazione richiesta". Su Facebook, intanto, sono partiti i primi gruppi che lanciano la proposta di di un boicottaggio della Delta, mentre non è da escludere che la vicenda possa anche finire all'attenzione del Congresso.

Nessun commento: