«Berlusconi non è malato, ma ha smarrito la via del fare. Violata la mia privacy. Parlavo con un'amica di un altro amico. Al telefono chiunque fa battute»
ROMA - Allora lei sapeva tutto del bunga bunga? «Quelle cene tra amici non erano un segreto per nessuno, e questa è la prova che non accadeva nulla di illegale». Veramente Berlusconi è imputato per prostituzione minorile e concussione, due reati. In ogni caso pensa sia un comportamento opportuno per un presidente del Consiglio? «Dopo le 10 di sera uno può fare quello che vuole. Ma certo, poteva evitare di fornire altri appigli a quella che considero una campagna diffamatoria nei suoi confronti».
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Briatore (Italy Photo Press) |
Dice Briatore in una delle intercettazioni: «Ha ragione Veronica, è malato. Perché uno normale non fa 'ste robe qui». Ma adesso, al telefono, prova a correggere il tiro: «È assolutamente falso, Berlusconi non è malato». E allora perché era così preoccupato per quei festini? «Per la salute del presidente. Sono convinto che dovrebbe fare una vita più riguardata, riposare di più, anche se conoscendo l'uomo so che è quasi impossibile. E poi per la strumentalizzazione che viene fatta di queste cene, la pubblicazione delle mie telefonate ne è la prova: ancora una volta i giornali non raccontano fatti documentati ma giocano con le parole».
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BRiatore e Daniela Santanchè (Newpress) |
Briatore non smentisce quello che i militari della Guardia di finanza hanno trascritto ma fornisce la sua personale interpretazione: «Un chiacchiericcio, se lo avessi detto in pubblico me ne vergognerei. Ma fatto durante una telefonata privata non credo debba essere oggetto di alcuna valutazione».
Nonostante il contenuto delle intercettazioni, dunque, sui festini Briatore prova ancora a difendere Berlusconi. E non potrebbe essere altrimenti visto che proprio lui è uno dei testimoni a difesa chiamati dagli avvocati del presidente del Consiglio nel processo di Milano. Ma come politico, dopo anni di sostegno incondizionato, lo critica: «Credo che abbia smarrito la via del fare, si è fatto imbrigliare dalla politichetta e dai processi. Avrebbe dovuto non considerarli e procedere a riformare e governare». È contrario all'arruolamento dei Responsabili: «Quando imbarchi qualcuno va bene se ti aiuta a tenere la rotta, ma se è soltanto un peso non ha senso». Fiducioso su Pisapia sindaco di Milano, che proprio la sua amica Santanchè ha attaccato con toni barricaderi: «Sono convinto che farà bene. Lo conosco, una bravissima persona, è stato anche per poco tempo nel mio collegio di difesa proprio per la vicenda dello yacht».
Ma, secondo lei, Berlusconi deve passare la mano? «Siamo tutti sostituibili, anche io e lei». Anche Berlusconi? «Al momento no, le prossime elezioni il centrodestra le può vincere solo candidando lui. Ma certo, nel partito ci deve essere una trasformazione e prima o poi arriverà il momento di trovare un successore». Nelle intercettazioni Briatore e Santanchè parlano anche di Tremonti che, dicono, «di fatto è stato contro Berlusconi». Può essere lui il prossimo leader del centrodestra? «Un ottimo ministro ma sicuramente ha meno presa sull'elettorato normale rispetto a Berlusconi».
Pensa che il vento politico sia cambiato? «Non lo so, ma credo che Berlusconi debba rilanciare l'economia e riformare la giustizia, partendo proprio dalle intercettazioni». Lo dice perché adesso tocca a lei? «No, ho sempre criticato la giustizia italiana e quello che avviene con le intercettazioni, ormai hanno solo un uso mediatico. Quelle che mi riguardano, ad esempio, non hanno nessuna importanza per il mio procedimento, e non capisco perché siano state trascritte, e nemmeno per il processo di Berlusconi. Allora mi chiedo se sia giusto violare la privacy, distruggere la vita delle persone e non osservare la Costituzione solo per spettegolare e fare audience». Rilanciare su economia e giustizia, lei dice. Sono gli stessi impegni che Berlusconi prese quando entrò in politica, 17 anni fa: pensa che gli italiani gli possano credere ancora? «Certo, adesso è più difficile ma la credibilità dipende dai risultati. Se li ottieni poi la gente si dimentica anche di quanto tempo ci hai messo. Se non li ottieni, invece, non c'è nulla da fare».
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