Dilagano i concorsi per diventare "reginette": vi partecipano 3 milioni di bambine dai 3 ai 16 anni. Ma le mamme si ribellano: "E' sfruttamento"
NEW YORK - Salvate la reginetta Chloe. Quella nazi di mamma Jamie l'ha confessato lì nel profondo Texas. Gli aguzzini del concorso avevano già emesso la sentenza: se Chloe vuole fare più di un passo in passerella sarebbe meglio sistemarle le sopracciglia ribelli. E sapete che cosa vuol dire "sistemare" le sopracciglia di una bimba di 9 anni... "Un po' di dolore per vincere un titolo?" si difende quella sciagurata di mamma. Già, cosa volete che sia un po' di dolore?
Chloe è solo l'ultima delle piccole cenerentole costrette a sottoporsi alle fatiche che neppure una modella adulta quasi affronterebbe. Ma adesso l'America ha deciso di dire basta. Basta con questa pantomima spacciata per concorso di bellezza che invece è sfruttamento vero e proprio. Un mercato che coinvolge tre milioni di bambine e ragazzine dai 3 ai 16 anni. Una tassa che si abbatte su centinaia di migliaia di famiglie. Entrare nel circo può costare relativamente poco: dai 100 ai 200 dollari il biglietto d'ingresso nei concorsi. Ma poi restare in tour costa eccome: solo gli abiti vanno dai 1000 ai 5mila dollari. "Sì, anch'io pensavo fosse una cifra folle", ammette Heather Coke alla tv Abc. "Ma alla fine la nostra Jayleigh ha vinto il primo premio a Sommervile: 1800 dollari. E sono cominciati a piovere i ricchissimi contratti. In fondo non è lo stesso con i bambini sono allevati nel sogno del baseball?".
No che non è lo stesso. C'è un costo di cui nessuna famiglia sarà mai più ripagata. Tanyth Carey ha raccolto in un libro in uscita la sua rabbia di mamma: Dove è finita la mia bambina? Come proteggere vostra figlia da una crescita prematura. Tanyth è stata una piccola reginetta lei stessa. Oggi è una giornalista che denuncia la follia del mercato dei prodotti di bellezza che dal 2007 è raddoppiato nel segmento dagli 8 ai 12 anni. Sono prodotti che giocano già nel nome a sedurre le bambine. Swak sta per Sent with a kiss: spedito con un bacio. Trattamento per le labbra. Bcnu sta per Be seeing you: ci vediamo. Ombretto. E tutto è pronto per il prossimo boom: dice una ricerca del British Journal of Psychology che la metà delle bambine dai 3 ai 6 anni si sentono grasse. A 7 anni, nove su dieci giurano di voler dimagrire. E la metà delle bambine di 9 anni hanno già intrapreso una dieta.
È in questa ossessione di apparire "più belli" più che "più sani" che il mito trova terreno fertile. Non è storia d'oggi. I primi concorsi risalgono agli anni Venti. E Little Miss Sunshine è un film che ha provato a sorridere del fenomeno. Ma la cronaca ha riservato capitoli molto più neri. L'omicidio della piccola JonBenet Ramsey alzò il primo velo impietoso. Proprio quel caso ha spinto Eleanor Vonduyke a scendere dal circo in cui per vent'anni aveva lavorato e a raccogliere in un libro il suo atto d'accusa. Cenerentola s'è mangiata mia figlia è il titolo di un altro j'accuse in cui Peggy Orenstain racconta la sua battaglia di mamma per salvare Daisy dalla "principessizzazione": quel fenomeno che spinge le piccolissime a sognare quel "modello" che solo sulla carta è da favola.
Little Miss America è un reality che racconta anche sulla nostra tv le vicissitudini di mamme e bambine in questi concorsi di sregolatezza. Per carità: perfino una psicologa come Lisa J. Rapport (Wayne State University di Detroit) riconosce che "nel 95 per cento dei casi i genitori si tuffano in questi concorsi perché comunque i bambini si divertono". Ma una ragione ci sarà se uno di questi ex ha deciso di fermare lo show. Paul Peterson era un attore bambino e oggi ha fondato un'organizzazione - A Minor Consideration - con l'obiettivo di dire basta: "Non solo questi concorsi tolgono tempo ed energie: creano nelle bambine aspettative sessuali. Nutrendo l'industria del sesso di domani". Salvate la reginetta Chloe: prima che sia troppo tardi.
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