Come si legge in vari siti e blog italiani, questa nottenella webfarm di Arezzo c'è stato un principio di incendio ai gruppi di continuità che di fatto ha mandato a gambe all'aria tutta la sala macchine principale di un'azienda che fornisce la base per centinaia di migliaia di siti italiani, nonché un servizio di posta altamente diffuso, soprattutto di posta certificata (Pec). E ora tutto è fermo, pare per non meno di 24 ore. Secondo i vigili del fuoco, che sono stati impegnati per circa tre ore, il principio del rogo sarebbe stato causato da un surriscaldamento.
Sul canale di Aruba di Twitter i responsabili dell'azienda stanno costantemente tenendo informati gli utenti sull'andamento delle operazioni. Scorrendo i messaggi si legge per esempio che le fiamme come detto hanno intaccato i cosiddetti Ups (Uninterruptible Power Supply) e non le sale dati e dunque tutti i contenuti dei vari siti Internet e dei messaggi di posta in attesa dovrebbero essere salvi, cosa più importante. Anche se, data la diffusione dei servizi di Aruba - 1,5 milioni di domini gestiti - in molti sostengono che ci troviamo di fronte forse al più grande blackout della Rete italiana.
Come raccontano altri siti, per esempioGiornalettismo che cita diversi utenti Twitter, il fermo odierno di Aruba non sarebbe il primo della sua storia. Qualche tempo fa sarebbe stato un alluvione a fermare i server dell'azienda. E così diversi navigatori scatenano l'ironia legata all'attualità. Dalla Libia: "A La Russa hanno detto che avremmo colpito solo siti strategici. E quello ha fatto bombardare #aruba". Al dramma di Fukushima: "I Tecnici Di #Aruba stanno cercando di bloccare il reattore, ma si teme la fuoriuscita di pixel".
UPDATE
Il sito Aruba.it è tornato online e secondo quanto riportano daPunto Informatico - citando Aruba stessa - sono state ripristinate due sale server su tre. Ma non i gruppi di continuità, dunque in caso di problemi alla rete elettrica i disservizi potrebbero proseguire.
Sul canale di Aruba di Twitter i responsabili dell'azienda stanno costantemente tenendo informati gli utenti sull'andamento delle operazioni. Scorrendo i messaggi si legge per esempio che le fiamme come detto hanno intaccato i cosiddetti Ups (Uninterruptible Power Supply) e non le sale dati e dunque tutti i contenuti dei vari siti Internet e dei messaggi di posta in attesa dovrebbero essere salvi, cosa più importante. Anche se, data la diffusione dei servizi di Aruba - 1,5 milioni di domini gestiti - in molti sostengono che ci troviamo di fronte forse al più grande blackout della Rete italiana.
Come raccontano altri siti, per esempioGiornalettismo che cita diversi utenti Twitter, il fermo odierno di Aruba non sarebbe il primo della sua storia. Qualche tempo fa sarebbe stato un alluvione a fermare i server dell'azienda. E così diversi navigatori scatenano l'ironia legata all'attualità. Dalla Libia: "A La Russa hanno detto che avremmo colpito solo siti strategici. E quello ha fatto bombardare #aruba". Al dramma di Fukushima: "I Tecnici Di #Aruba stanno cercando di bloccare il reattore, ma si teme la fuoriuscita di pixel".
UPDATE
Il sito Aruba.it è tornato online e secondo quanto riportano daPunto Informatico - citando Aruba stessa - sono state ripristinate due sale server su tre. Ma non i gruppi di continuità, dunque in caso di problemi alla rete elettrica i disservizi potrebbero proseguire.
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