Intere frasi del manifesto redatto dal deputato ex dipietrista passato con Berlusconi sono ricopiate integralmente dal "Manifesto degli intellettuali fascisti" di Giovanni Gentile (1925)
Qualche esempio. La prima frase del manifesto scilipotiano è ricalcata pari pari da quello del 1925: "Responsabilità Nazionale è il movimento recente ed antico dello spirito italiano, internamente connesso alla storia della Nazione Italiana"; nell'altro si legge Il fascismo è un movimento recente ed antico dello spirito italiano, intimamente connesso alla storia della Nazione Italiana. Cambia una sola parola: "internamente" al posto di "intimamente".
Al quinto punto, poi, si parla di responsabilità come "politica morale. Una politica che sappia coinvolgere l'individuo a un'idea in cui esso possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà, il suo futuro e ogni suo diritto". Ottantacinque anni fa Gentile scriveva: un'idea in
cui l'individuo possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà e ogni suo diritto. Solo la parola "futuro" è stato depennata, forse perché proprio in quelle settimane era stata scelta dai finiani del Fli.
La decima massima del movimento di Scilipoti spiega come responsabilità di patria sia "la riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà". Nel manifesto fascista si diceva che codesta patria è pure riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà, nel flusso e nella perennità delle tradizioni.
Infine l'ultimo punto. "Responsabilità è concezione austera della vita, non incline al compromesso, ma duro sforzo per esprimere i propri convincimenti facendo sì che alle parole seguano le azioni". Gli intellettuali del regime la pensavano allo stesso modo, anche se non si riferivano alla "responsabilità" ma alla patria: E' concezione austera della vita (...) duro sforzo di idealizzare la vita ed esprimere i propri convincimenti nella stessa azione o con parole che siano esse stesse azioni.
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