RISCHIA DI COMPROMETTERE LA POLITICA DI ALLONTANAMENTO E DI RIMPATRIO DEGLI STRANIERI»
Bocciata la normativa italiana che prevede la reclusione per gli immigrati irregolari che non rimpatriano
LA SENTENZA - Secondo la sentenza, la detenzione in carcere rischia di compromettere la politica di allontanamento e di rimpatrio dei cittadini irregolari nel rispetto dei loro diritti fondamentali. «La Corte considera che gli Stati membri non possono introdurre (...) una pena detentiva (...) solo perché un cittadino di un paese terzo, dopo che gli è stato notificato un ordine di lasciare il territorio nazionale e che il termine impartito con tale ordine è scaduto, permane in maniera irregolare in detto territorio», si legge in una nota diffusa dalla Corte che sollecita gli Stati membri «ad adoperarsi per dare esecuzione alla decisione di rimpatrio, che continua a produrre i suoi effetti».
La sede della Corte di Giustizia delle Comunità europee a Lussemburgo |
IL CASO EL DRIDI - La sentenza si riferisce in particolare al caso di El Dridi, «cittadino di un paese terzo entrato illegalmente in Italia. Nei suoi confronti è stato emanato, nel 2004, un decreto di espulsione, sul cui fondamento è stato spiccato, nel 2010, un ordine di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni. Quest'ultimo provvedimento era motivato dalla mancanza di documenti di identificazione, dall'indisponibilità di un mezzo di trasporto nonchè dall'impossibilità - per mancanza di posti - di ospitarlo in un centro di permanenza temporanea. Non essendosi conformato a tale ordine, il sig. El Dridi è stato condannato dal Tribunale di Trento ad un anno di reclusione».
«CONFERMA DI DITTATURA» - Non si è fatto attendere il commento di Antonio Di Pietro, leader dell'Idv: «È ormai provato che siamo di fronte a una dittatura strisciante in cui vengono presi provvedimenti contro la Carta dei diritti dell'uomo, si dichiara guerra senza passare per il Parlamento e si occupano le istituzioni per fini personali». «È gravissimo che questa maggioranza, asservita al padrone, continui a fare leggi incostituzionali e contro i diritti fondamentali delle persone. Siamo - ha aggiunto l'ex pm - alla vigilia di un nuovo Stato fascista che va fermato e l'occasione saranno le amministrative e i referendum del 12 e 13 giugno».
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