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16 mar 2011

Unità d'Italia, la Lega nella bufera La Russa: "Abbandoni l'estremismo"

Ai rappresentanti del "Carroccio" "libertà di scelta" se partecipare o no alle celebrazioni. Dure reazioni di tutti gli schieramenti politici. Il sindaco de L'Aquila: "Non partecipo perché hanno abbandonato un pezzo del paese"

ROMA - Si moltiplicano gli episodi di "guerriglia" simbolica della Lega contro l'Unità d'Italia. Dopo il caso delConsiglio regionale lombardo 1, anche in Emilia Romagna 2 i rappresentanti del Carroccio hanno lasciato l'aula consigliare al momento dell'Inno nazionale. Mentre è oramai ufficiale la decisione di lasciare "liberta' di coscienza" ai propri parlamentari sul partecipare o meno ai festeggiamenti di domani a Montecitorio.

Una scelta che non piace affatto a Ignazio La Russa, che attacca:  "La Lega cresca, e impari che i paesi più federalisti del mondo sono quelli più affezionati all'identità nazionale. La Lega cresca, ripeto,  e smetta di seguire le minoraze estremistiche che ci sono dentro al Carroccio, e che si attardano sul secessionismo che Bossi per primo ha abbandonato".

Più duro il commento dell'Udc, che con il segretario Lorenzo Cesa parla di atteggiamento "semplicemente vergognoso". "Questo dimostra - dice Cesa - che il Carroccio non sarà mai un partito di governo, ma è destinata a restringersi in un localismo diffuso".

Singolare la motivazione data dal capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, 
che non parteciperà alla seduta comune del Parlamento convocata domani nell'aula di montecitorio in occasione delle celebrazioni per i 150 dell'unità d'italia. "Non ci sarò - spiega Reguzzoni -  Hanno deciso di chiudere gli asili, perciò io sarò con i miei figli". "Gli altri? non lo so, ognuno agirà secondo coscienza - aggiunge l'esponente leghista - evitiamo polemiche inutili. Il paese ha bisogno di riforme. Il governo sta lavorando".

Reguzzoni non partecipa insieme ai suoi ai festeggiamenti per i 150 anni dell'unità d'Italia? "Faccia quello che vuole, non voglio più occuparmene, non merita la mia attenzione.". Così il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.

l "no" alle celebrazioni per il 150° del'Unità d'Italia viene anche dal sindaco de l'Aquila, Massimo Cialente 3: in una nota ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, ha declinato l'invito a partecipare alla cerimonia celebrativa che si terrà domani a Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato. La decisione è stata assunta per protesta perchè - dice - "c'è un pezzo del paese ormai completamente abbandonato a se stesso e senza prospettive".

I leghisti "non cantano l'inno nazionale e nemmeno vogliono ascoltarlo", ma "per il resto vanno a caccia di poltrone e presidenze... nazionali". Lo scrive Famiglia Cristiana in un editoriale pubblicato on line che commenta la decisione dei consiglieri regionali lombardi della Lega Nord di lasciare l'aula, ieri, quando è stato intonato l'inno di Mameli. "Furbacchiona questa Lega", osserva il settimanale dei Paolini, perchè "rifiutarsi di cantare l'inno di Mameli, anzi rimpiazzarlo al bar con brioche e cappuccino, è uno di quei giochetti che danno ai protagonisti un brivido gladiatorio, non comportano rischio alcuno, procurano titoli sui giornali e spazi in tv". Ma quando si tratta di "contenuti, stavolta poco padani e molto concreti, - si legge su Famiglia Cristiana - eccome se i leghisti se ne interessano. Non cantano l'inno nazionale e nemmeno vogliono ascoltarlo: ma se vengono in ballo presidenze di banche e direzioni di enti, anch'essi nazionali come Mameli; se oltre alle manovre romane c'è da occupare poltrone regionali, provinciali, comunali e rionali; se insomma si tratta di distribuire posti e prebende ad ogni livello, la Lega è già piazzata in prima linea".

Durissimo anche Di Pietro, leader dell'Idv: "E' un'offesa alla storia, alla dignità e al sacrificio dei nostri padri far finta che domani non accada nulla, andarsene magari al bar e non riconoscere che grazie a quel sacrificio siamo qui, siamo una nazione libera, che si è data una costituzione, che lo ricordiamo a questo governo, non deve essere toccata". 

Anche il Partito sardo d'Azione, come la Lega nel Consiglio regionale della Lombardia, non parteciperà ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia previsti domani con una seduta solenne dell'Assemblea isolana. Lo ha annunciato il segretario nazionale dei Quattro Mori, Giovanni Colli. Il Psd'Az, spiega, ritiene imprescindibile l'indipendenza della Sardegna attraverso la "riscrittura di un nuovo patto sociale, mediante lo strumento partecipativo dell'Assemblea costituente che non può essere ulteriormente rimandata. I sardi - argomenta Colli - hanno ben poco da festeggiare nella giornata di domani in ragione di tutte le ingiustizie e le sperequazioni che l'Isola ha subito dallo Stato italiano".
 

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