PER FINANZIARE LA FUSIONE CON CHRYSLER CI POTREBBE ESSERE LA CESSIONE DI ALPITOUR
John Elkann: «Exor potrebbe scendere sotto il 30% in presenza di un progetto per creare società più grande»
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John Elkann (Imagoeconomica) |
FUSIONE - La fusione completa tra Fiat e Chrysler è stata evocata un mese fa da Sergio Marchionne, ma ogni decisione necessiterebbe dell'approvazione di John Elkann. Ulteriori risorse potrebbero derivare dall'uso della leva finanziaria (in ragione non superiore al 20%) e dal ricavato di disinvestimenti. Tra questi, si legge ancora, potrebbe esserci Alpitour, la cui vendita potrebbe essere presa in considerazione «se si presentasse una buona occasione».
MARCHIONNE - Parlando poi dell'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, Elkann ha osservato: «Non avremmo potuto avere un partner migliore. Abbiamo fatto molto negli ultimi dieci anni». Ed ancora, «un chiaro allineamento dei nostri obiettivi, sostegno reciproco e rispetto per i rispettivi ruoli: è questa l'essenza di una buona relazione. E possiede un enorme talento». Il Financial Times sottolinea poi come «contrariamente alle previsioni di molti analisti, che avevano previsto un ruolo di secondo piano su Elkann a portare Sergio Marchionne alla guida di Fiat e a dare il via libera alla possibile diluizione della quota detenuta dalla famiglia Agnelli, aprendo così la strada alla conquista del 20% di Chrysler e alla successiva operazione di spin off. Due operazioni - scrive ancora il Financial Times - impensabili per le generazioni che lo avevano preceduto ed anche per altre famiglie dell'automobile europee, quali i Peugeot e i Quandt della Bmw».
SITUAZIONE ITALIANA - «Andare all'estero non significa che quello che c'è in Italia si riduce»: sottolinea ancora Elkann sull'ipotesi del trasferimento della sede della Fiat e della possibile quotazione in Usa. «Fiat - aggiunge Elkann - è un grande esempio di come una società italiana possa crescere all'estero e accettare la sfida dei mercati mondiali. L'orgoglio per le proprie radici non dovrebbe essere un freno per la crescita».
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