1 milione di dollari, tanto era stata pagata Mariah Carey nel 2008 per un brevissimo concerto (solo 4 canzoni) organizzato da Saif al Saadi Gheddafi nella splendida isola caraibica di St. Barths. Ieri pomeriggio la diva americana ha diffuso un comunicato in cui spiega la sua posizione che potrebbe essere riassunta così: "Non sapevo, non credevo".
Sono stata ingenua e non ero a conoscenza per chi mi stavo esibendo. È una sensazione orribile e sono imbarazzata per aver partecipato a questo casino. Andando avanti, questa è una lezione dalla quale tutti gli artisti devono imparare. Dobbiamo essere più consapevoli e prendere più responsabilità senza badare da chi siamo stati ingaggiati. In definitiva, in quanto artisti dobbiamo renderne conto.
Sarebbe troppo facile prendersela con Mariah. Molte società (anche italiane) hanno fatto affari d'oro con il despota libico e nessuno si sogna di chiedergli di restituire i profitti. La portavoce della cantante non ha specificato che fine faranno i soldi del cachet percepito per quell'infausta esibizione ma ha assicurato che la sua assistita è sempre stata molto generosa quando si tratta di fare beneficenza.
Che se li sia tenuti tutti per se? In fondo sta per diventare mamma, Mariah non può buttare al vento milioni di dollari guadagnati con il sudore della fronte. Ho già detto che il concerto per il figlio di Gheddafi era composto di solo 4 canzoni? In compenso la diva dall'ugola d'oro ha devoluto in beneficenza i diritti di autore della canzone 'Save the day'. Sempre meglio di niente.
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